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730 precompilato: software invio a prova di privacy

di Francesca Vinciarelli

13 Febbraio 2015 09:30

Parte quest'anno la dichiarazione dei redditi precompilata ma ci sono ancora da sciogliere i nodi legati alla privacy e ai software per per la diffusione dei dati sul CUD.

Debutterà quest’anno la dichiarazione dei redditi precompilata, ma è ancora da sciogliere il nodo della privacy legato al fatto che più CAF o intermediari abilitati possano essere delegati ad accedere al 730 precompilato di ciascun contribuente. Questo meccanismo esporrebbe al rischio che le informazioni contenute nella dichiarazione dei redditi, ovvero nel modello 730, possano essere diffuse per l’intero territorio italiano. Un nuovo ostacolo al 730 precompilato che si aggiunge a quello delle software house, che devono predisporre per tempo i tool necessari a imprese e professionisti per la diffusione dei dati sulla certificazione unica dei redditi.

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Ricordiamo che il Fisco raccoglierà nei primi mesi dell’anno le informazioni utili alla compilazione del modello 730/2015, predisponendolo per essere eventualmente corretto e/o integrato dal contribuente. Quindi l’Amministrazione finanziaria renderà disponibile online al contribuente la dichiarazione dei redditi già compilata a partire dal 15 aprile di ciascun anno. I sostituti d’imposta devono consegnare il CU 2015 ai contribuenti entro il 28 febbraio e i dati all’Agenzia delle Entrate entro il 9 marzo (sarebbe il 7, ma cade di sabato). Ad essere interessati dalla novità sono circa 20 milioni di contribuenti, tra lavoratori dipendenti e pensionati.

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Software

In questi giorni l’Agenzia ha messo a disposizione il software per poter consentire la consegna della documentazione al contribuente e al Fisco entro le rispettive scadenze. Il problema è però che il software non va bene per i sostituti d’imposta più strutturati che utilizzano programmi gestionali che richiedono un apposito aggiornamento per recuperare i dati della certificazione dei redditi di tutti i dipendenti. Un carico non indifferente per i datori di lavoro, ora chiamati a comunicare anche i compensi di lavoro autonomo.

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A lanciare l’allarme in tal senso è Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi Consulenti del Lavoro:

«Continuano a persistere difficoltà operative soprattutto legate ai tempi e al rischio di sanzioni nonostante la buona volontà di professionisti e case produttrici di software. Considerato l’avvio sperimentale della dichiarazione precompilata andrebbe rivisto l’attuale impianto delle penalità».

Privacy

Il problema legato alla privacy deriva invece dal fatto che il contribuente ha la possibilità di consultare la propria dichiarazione precompilata anche presso più CAF e intermediari, previa delega scritta del contribuente stesso, accompagnata da un suo documento di riconoscimento contribuente che il Caf o l’intermediario devono acquisire. Una misura che però non sembra essere ritenuta sufficiente dal Garante della Privacy che potrebbe chiedere alle Entrate di fissare ulteriori cautele. Una possibilità è quella di legare l’accesso ai dichiarazioni dei redditi al codice della tessera sanitaria il cui codice non è facilmente calcolabile, diversamente dal codice fiscale.