I nuovi controlli della Guardia di Finanza contro l’evasione fiscale

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 26 Novembre 2014
Aggiornato 20 Luglio 2016 09:05

Le nuove direttive della Guardia di Finanza per i controlli volti a contrastare l’evasione fiscale e l’elusione soprattutto nelle PMI.

Il Comando Generale della Guardia di Finanza ha diffuso il documento di prassi contenente le direttive linee guida per la lotta all’evasione fiscale. Le nuove direttive hanno lo scopo di adeguare l’azione ispettiva alla strada delineata dal Governo nel Documento di Economia e Finanza 2014 per il contrasto all’evasione fiscale e l’elusione.

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Più controlli nelle PMI

Obiettivo che vede direttamente coinvolte anche le PMI, visto che è previsto un maggiore controllo dei contribuenti di dimensione minore. Nella circolare della GdF vengono ben distinti i contribuenti di piccole e medie dimensioni e quelli più grandi e organizzati per i quali si può configurare la costituzione di stabili organizzazioni in Italia o la simulazione di residenza fittizia all’estero. Le PMI che omettano gli obblighi dichiarativi verranno scovate dalla GdF sulla base dei movimenti delle merci e degli altri fattori legati alla produzione. I controlli potranno essere effettuati anche presso i domicili privati, con lo scopo di rinvenire documenti, appunti, agende e contabilità parallele dove è più probabile che vengano custoditi. Diversamente per le grandi imprese si procederà alla ricostruzione del volume d’affari e della base imponibile oltre che alle rilevazioni contabili mediante un confronto continuo con il contribuente.

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Evasori totali

Particolare attenzione verrà riservata ai cosiddetti “evasori totali” ovvero coloro che svolgono un’attività economica soggetta a tassazione ma non presentano alcuna dichiarazione dei redditi, evadendo integralmente sia le imposte dirette che quelle indirette, e sono completamente sconosciuti al Fisco. Un fenomeno che riguarda principalmente il sommerso relativo ad imprese di dimensioni contenute e lavoratori autonomi, che operano a diretto contatto con i consumatori finali.

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Metodo induttivo puro

In questi casi si farà ricorso a metodi indiretti di ricostruzione del volume d’affari, i cosiddetti metodi induttivi puri, non essendo applicabili gli approcci ricostruttivi della base imponibile ispirati al metodo analitico o analitico – induttivo vista l’assenza della contabilità e della presenza frammentaria di documenti fiscali. Il metodo induttivo puro prescinde dalle risultanze contabili e ricostruisce il reddito prendendo in considerazione:

  • dati relativi alla movimentazione delle merci, ovvero applicazioni empiriche delle percentuali di ricarico, rilevazione ed analisi degli indici di rotazione del magazzino etc.;
  • dati relativi ai fattori della produzione o ad altri elementi strutturali quali consumo delle materie prime, impiego nella produzione dei beni strumentali, impianti ed attrezzature, forza lavoro impiegata, capitale investito, costi di produzione e così via;
  • elementi di fatto o documentali come la presenza di elementi di natura extracontabile: contabilità parallela in “nero”, appunti, agende, corrispondenza inviata e/o ricevuta, acquisita agli atti del controllo.