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Abolizione saldo IMU: nuove ipotesi di copertura

di Barbara Weisz

Pubblicato 12 Novembre 2013
Aggiornato 21 Novembre 2013 10:18

Per abolire l'IMU prima casa 2013 il Governo pensa non solo al rincaro sugli anticipi fiscali delle imprese ma anche all'aumento di tasse e bolli su conto corrente e deposito titoli, mentre resta irrisolto il nodo risorse per la prima rata.

L’eliminazione della seconda rata IMU 2013 sulla prima casa – che tutti assicurano – costa 2,4 miliardi e bisogna trovare le coperture: oltre all’ipotesi di alzare gli acconti fiscali per banche e assicurazioni, sul tavolo del Governo sembra approdato un piano B: un ritocco verso l’alto dei bolli su conti correnti e titoli.

Seconda rata IMU

Il premier Enrico Letta è un sostenitore del Piano A, ossia dell’aumento degli anticipi fiscali a carico di banche e assicurazioni. In particolare, si tratta di portare dall’attuale 116% fino al 120% gli anticipi Ires e Irap delle società del settore finanziario, che ovviamente protestano. In realtà, fra le altre soluzioni prospettate ci sarrebbe perfino l’estensione di un anticipo fiscale per tutte le imprese.Nelle ultime ore sembra essere maturato il cosiddetto Piano B, per evitare le ire delle aziende: un nuovo rialzo delle imposte sui conti correnti e conto titoli. Tuttavia sussiste un problema: un’analoga misura è già prevista nella Legge di Stabilità (bollo conto titoli dall’1,5 al 2%) e quindi dovrebbe trattarsi di un rincaro aggiuntivo rispetto a quello, che rientra già nei saldi della manovra economica e dunque non può essere utilizzato per finanziare il mancato gettito IMU.

Prima rata IMU

A completare un quadro già abbastanza complesso c’è anche il pasticcio sul finanziamento della già abolita prima rata IMU sulle abitazioni principali: la Corte dei Conti ha deciso che le concessionarie di giochi che hanno aderito alla sanatoria devono pagare il 30% (non il 20%). Risultato: uno stop alla sanatoria con cui l’Esecutivo, in base al Decreto IMU, finanziava buona parte della misura, con il rischio che in vista ci sia un aumento della benzina.

Altri nodi

Infine, ci sono: un problema di tempi ed una criticità relativa ai bilanci dei Comuni. La scadenza naturale del pagamento del saldo IMU è il 16 dicembre: entro questa data il Governo deve sbrogliare la matassa ed emettere una norma esecutiva (probabilmente, un decreto). Ma i Comuni devono chiudere i bilanci entro il 30 novembre e stabilire le aliquote definitive IMU entro il 9 dicembre: senza sapere cosa succederà dell’imposta sulla prima casa, e senza sapere se e quanto riceveranno in compensazione del mancato gettito da parte dello Stato, gli enti locali faranno fatica a fre i conti e molti temono di non riuscire a pagare gli stipendi di dicembre.