Fisco e lettere su detrazioni passate: i contribuenti a rischio evasione

di Francesca Vinciarelli

16 Maggio 2012 17:15

Il Fisco sta chiedendo la verifica delle spese portate in detrazione nella dichiarazione dei redditi 2008-2010: 30 giorni di tempo e anche meno, poi si viene considerati evasori fiscali e perseguiti da Equitalia.

Il Fisco sta inviando ai contribuenti le consuete lettere (finora circa milione) per la verifica biennale delle spese portate in detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi le periodo 2008-2010.
Il panico che si sta diffondendo riguarda l’ingiunzione ad inviare all’Agenzia delle Entrate tutta la documentazione a riguardo entro soli 30 giorni, pena il rischio di abolizione delle detrazioni ottenute, con tanto di restituzione con annessi interessi e sanzioni.

Un comunicato stampa dell’Agenzia specifica che si tratta di:

«consueti controlli su oneri dedotti e detrazioni di imposta che riguardano circa il 4% delle dichiarazioni delle persone fisiche. Una parte dei controlli consiste nella richiesta di documenti che servono a verificare che le spese che danno diritto a
detrazioni o deduzioni fiscali (spese sanitarie, mutui, ristrutturazioni edilizie etc.) siano state effettivamente sostenute e correttamente indicate in dichiarazione.
[…] Nella richiesta è indicato il termine di 30 giorni per presentare la documentazione che decorre dalla data di ricevimento della lettera da parte del contribuente. A quest’ultimo riguardo non sono richieste particolari formalità di prova».

Il poco tempo concesso per reperire le certificazioni archiviate da anni – che dimostrino la propria buona fede in sede di dichiarazione dei redditi – di questi tempi sembra l’ennesima inutile “persecuzione degli innocenti”.
Una difficoltà che si aggiunge ai disagi che le manovre e le riforme del governo Monti stanno causando ad imprese, lavoratori e professionisti.

Rebus date

Molte lettere riportano come data di invio i primi quindici giorni di aprile, ma sono arrivate soltanto a partire dai primi di maggio.  I più maliziosi ipotizzano date false indicate nelle missive, una opzione possibile visto che gli accordi con lo Stato assolvono l’Agenzia dall’imprimere il timbro delle Poste italiane sulla corrispondenza. Non è quindi possibile sapere la data reale di invio della corrispondenza.

Tra l’altro le lettere sono a rischio impugnazione, visto l’articolo 3 dello statuto del contribuente stabilisce un minimo di 60 giorni e non 30, per le richiesta legate ad un nuovo adempimento fiscale.

Sarebbe quindi auspicabile che il Fisco comunichi almeno con raccomandata le proprie richieste, viste anche le inefficienze del nostro sistema postale.

Evasione fiscale

Trenta giorni sono già pochi per reperire tutta la documentazione relativa alle detrazioni degli anni precedenti, spesso archiviata negli studi dei commercialisti già subissati dalle novità introdotte dalle ultime manovre (non ultimo il caos legato all’IMU); se poi diventano ancora meno, l’impresa diventa quasi impossibile.

Ma l’ultimatum dell’Agenzia è chiaro: chi non presenterà la dovuta documentazione verrà bollato come evasore fiscale e le spese detratte verranno considerate illegittime.

L’Istituto «nel caso di mancato invio della documentazione richiesta, procederà alla rettifica dei dati da lei dichiarati e alla comunicazione dell’esito del controllo e delle relative somme dovute».

Questo significa la condanna a pagare sia sanzioni che interessi, la cui riscossione viene affidata alla tanto temuta Equitalia.