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Welfare familiare, cosa comporta la riforma

di Noemi Ricci

3 Aprile 2017 10:00

Welfare familiare: l'analisi ISTAT sull'impatto dell'assegno universale figli a carico previsto dal Ddl attualmente all'esame del Senato.

Il disegno di legge n. 1473 all’esame del Senato mira ad attuare una riforma di prestazioni sociali, agevolazioni e sussidi alle famiglie, con l’introduzione di un assegno unico per figli a carico fino ai 26 anni, in sostituzione delle attuali misure: assegno al nucleo familiare, assegno familiare, assegno per nuclei familiari con almeno tre figli minori, detrazioni per minori a carico.

=> Assegno Universale per figli a carico

Effetti

Per capire l’impatto della riforma in Italia, l’ISTAT propone una stima degli effetti redistributivi rispetto agli attuali strumenti a sostegno delle famiglie con figli, realizzate con un modello di microsimulazione:

“il testo della delega, per sua natura, non consente di formulare un’ipotesi applicativa delle intenzioni del legislatore al fine di valutarne costi ed effetti redistributivi, poiché esso risulta compatibile con molte configurazioni alternative del provvedimento, le quali potrebbero essere associate a profili redistributivi diversi”.

In particolare, gli effetti redistributivi della misura ipotizzata dipendono da:

  • importo attribuito alle famiglie beneficiarie – che in base al testo può assumere valori diversi;
  • ripartizione spesa fra beneficiari sopra e sotto la soglia (50.000 euro di reddito ISEE) indicata nel testo;
  • gradualità della riduzione progressiva al crescere del reddito da 50.000 a 70.000 euro, soglia limite per il beneficio.
“È quindi necessario disporre di un quadro di maggior dettaglio per poter procedere ad una valutazione dell’impatto della nuova misura in termini di equità e di costi complessivi rispetto all’insieme delle normative attualmente vigenti”.

Obiettivi

Come obiettivi la nuova legge potrebbe perseguirne diversi:

  • redistribuzione del reddito in favore dei nuclei familiari in condizioni di povertà (equità verticale);
  • trattamento finalizzato a compensare le maggiori spese derivanti dai carichi familiari (equità orizzontale);
  • favorire la natalità.

Forme di sostegno

Attualmente, in Italia, le forme di sostegno sono di due tipi:

  • fiscale (detrazioni per familiari a carico), che risentono degli interventi normativi sull’IRPEF;
  • protezione sociale (assegni familiari vari), riservati a determinate categorie (dipendenti e assimilati, pensionati ecc.) escludendo altre tipologie reddituali.

=> Assegno familiare: guida al calcolo in busta paga

Famiglie

Questi due pilastri fanno sì che oggi le caratteristiche delle famiglie che ricevono gli assegni familiari in Italia – analizzate dall’indagine Reddito e condizioni di vita (Eu-Silc) con riferimento all’importo annuale degli assegni al nucleo familiare e gli assegni familiari percepiti dai lavoratori dipendenti, pensionati e parasubordinati per il coniuge, i figli e gli altri familiari nel 2013 – ha evidenziato che:

  • il 23,7% delle famiglie italiane, pari a 6.105.894 famiglie, percepisce questo tipo di sostegno per un valore medio annuo di 996 euro;
  • la quota di famiglie che percepisce tali assegni è maggiore al Sud (30,9%) e aumenta all’aumentare del numero di minori in famiglia;
  • il 58,8% delle coppie con figli minori e il 42,6% dei monogenitori con figli minori ricevono tale tipo di sostegno;
  • quasi 242 mila famiglie che non percepiscono alcun reddito non usufruiscono attualmente di alcun tipo di assegno poiché la misura La misura rappresenta di fatto un
  • sostegno ai percettori di reddito da lavoro dipendente (il 65,4% delle risorse
  • va a questa categoria) e da pensione (utilizzando il 30,1% delle risorse). È
  • importante notare che

Analizzando esclusivamente le famiglie con figli, a percepire assegni familiari con un importo medio annuo di 1.155 euro sono:

  • il 40,3%, pari a 4.678.088, delle famiglie;
  • il 53,1% delle famiglie che contano prevalentemente su redditi da lavoro dipendente;
  • il 58,8% delle coppie con minori;
  • il 42,6% dei monogenitori con minori);
  • il 64,5% delle famiglie con almeno tre minori;
  • il 18,7% delle famiglie con tutti i figli maggiorenni.

Gli assegni vengono percepiti anche da 1,5 milioni di famiglie senza minori.

Analizzando le fasce di reddito delle famiglie con figli che percepiscono assegni familiari:

  • nel primo quinto di reddito, circa una famiglia su due con almeno tre minori percepisce gli assegni familiari e il loro importo è medio e mediano è più basso (rispettivamente 3.088 e 2.817 euro annui);
  • nel secondo e terzo quinto di reddito lo percepisce l’80% (qui gli importi medi e mediani decrescono all’aumentare del reddito).

Detrazioni IRPEF

Oggi le detrazioni IRPEF contribuiscono, così come le aliquote e degli scaglioni IRPEF, a rendere progressiva l’imposta sui redditi delle persone fisiche e, indirettamente, concorrono alla redistribuzione dei redditi:

  • detrazioni fiscali per i carichi familiari, incluse quelle per i figli, risultano attualmente distribuite in modo più progressivo rispetto alle altre, ad eccezione del primo decimo di famiglie, il più povero, penalizzato per effetto dell’incapienza (e questo anche nel Ddl);
  • detrazioni per lavoro, incluse quelle per i pensionati, risultano oggi destinate in prevalenza a contribuenti, non poveri, compresi fra il quarto e il nono decimo della distribuzione dei redditi familiari;
  • altre detrazioni, relative a diverse tipologie di spese effettuate, sono favorevoli alle fasce benestanti della popolazione, e contribuiscono a ridurre l’efficacia redistributiva dell’IRPEF.

Con esplicito riferimento alle detrazioni per figli a carico:

  • soltanto il 16,5% del beneficio totale viene percepito da famiglie a rischio di povertà;
  • circa il 30% è destinato a famiglie che hanno un reddito equivalente superiore al doppio della soglia di rischio di povertà;
  • il 26,3% delle famiglie del quinto più ricco percepisce detrazioni per i figli che valgono, in media, circa 740 euro l’anno, meno dell’1% del reddito familiare, per una spesa totale di 1 miliardo e cento milioni;
  • nel primo quinto (più povero) sono il 28,6% delle famiglie a beneficiare delle detrazioni per un importo medio pari a circa 1.120 euro l’anno che incide per il 5,5% sul reddito familiare.

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