Voluntary a ostacoli: condono e calcoli senza certezze

di Francesca Vinciarelli

23 Ottobre 2015 09:00

Le problematiche che ostacolano l'adesione alla voluntary disclosure illustrate dalla Fondazione Antonio Uckmar in una lettera aperta al Governo.

Victor Uckmar, Presidente della Fondazione Antonio Uckmar, che promuove ricerche e studi di diritto tributario, evidenzia le principali problematiche legate al meccanismo della voluntary disclosure, a partire dalle eccessive incertezze della procedura di calcolo. Si tratta di numerosi problemi, talmente gravi da frenare l’adesione da parte dei contribuenti italiani e da portare la Fondazione ad inviare una lettera aperta al governo italiano nella quale chiede di risolvere tali questioni e, per garantire un più ampio ricorso alla voluntary disclosure, di riaprire i termini almeno fino alla metà del 2016.

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Complessità ed errori di calcolo

Le procedure sono troppo complesse impedendo in molti casi di arrivare a un risultato indiscutibile in termini di imposte e sanzioni da versare. Il rischio è che successivamente l’Agenzia delle Entrate possa mettere in discussione i calcoli effettuati dal contribuente, con il suo professionista. In questo caso, si chiede Uckmar, che strumenti ha il contribuente per contrastare la pretesa dell’amministrazione? La risposta è: nessuno. Tuttavia il contribuente a quel punto non può più rinunciare alla regolarizzazione avendo già presentato la documentazione di autodenuncia. Per risolvere la questione la Fondazione Antonio Uckmar chiede al Governo l’innalzamento del tetto dei 2 milioni attualmente previsto per il calcolo forfettario dell’imposta.

Mancata sanatoria

La Fondazione si sofferma poi sulla mancata sanatoria di alcune fattispecie di carattere penale, in particolare per quelli di carattere societario. Il rischio è che qualche Procura trasformi la domanda di regolarizzazione in una “notizia criminis”, con evidenti e pesanti conseguenze per i contribuenti.

=> Voluntary disclosure: la non punibilità penale

Prelievi e imposte all’estero

C’è poi la questione dei prelievi effettuati all’estero, considerati redditi nel caso di soggetti imprenditori, mentre per le persone fisiche si rischia, secondo l’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate in un’apposita circolare, addirittura la nullità della voluntary. Criticità vengono evidenziate inoltre per le imposte pagate all’estero e per a compensazione delle minusvalenze e delle perdite pregresse realizzate negli anni coperti dalla voluntary, che l’Agenzia delle Entrate non sembra riconoscere ai fini della regolarizzazione.

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Patrimonio blindato

Difficoltà vengono poi evidenziate nel caso di patrimonio blindato in un trust: non è chiaro chi sia il soggetto che deve chiedere l’adesione.