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TASI-IMU: tutti i rincari per le imprese

di Barbara Weisz

13 Gennaio 2014 15:57

Il sistema delle imprese spenderà da uno a due miliardi in più rispetto alle tasse sugli immobili pagate nel 2013: le simulazioni della Cgia con diverse ipotesi di aliquote IMU e Tasi per ogni tipologia di PMI.

La nuova TASI, che si somma all’IMU sugli immobili d’impresa, comporterà per le aziende un aggravio fiscale da uno a due miliardi di euro all’anno: i calcoli sono della Cgia di Mestre, che ha effettuato alcune elaborazioni ipotizzando l’applicazione di diverse aliquote, da quella base dello 0,1 a una più alta, pari al 2,07 per mille, che rappresenta l’aggravio massimo possibile rispetto all’IMU media applicata sugli immobili strumentali nel 2012 nel caso in cui la somma IMU-TASI raggiunga il tetto massimo previsto dalla modifica del governo, pari all’11,4 per mille. «Vista la difficoltà economica in cui versano i Comuni – sottolinea il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi –, è molto probabile che l’aliquota che verrà applicata su negozi, uffici e capannoni sarà ben superiore all’aliquota standard, pertanto è quasi certo che l’aumento sarà superiore al miliardo di euro da noi inizialmente stimato».

Calcolo aumenti

L’aliquota dell’1 per mille è quella standard della TASI (che per gli immobili di impresa si sommerà all’IMU). L’altra simulazione prende in considerazione un’aliquota al 2,07 mille in considerazione del fatto che nel 2012, l’aliquota media IMU applicata a livello nazionale sugli immobili delle imprese è stata pari al 9,33 per mille. L’emendamento del governo prevede che la somma di TASI e IMU, nel 2014, non potrà superare l’11,4 mille. Il 2,07 è esattamente al differenza fra queste due cifre (11,4 e 9,33 per mille). Vediamo i calcoli per ogni diversa tipologia di immobile d’impresa.

  • Negozi e botteghe (categoria catastale C1): con l’aliquota all’1 per mille, la Tasi costerà in media 97 euro ad azienda (cifra che, lo ricordiamo, va sommata all’IMU), per un gettito totale di 188 milioni di euro. Con l’aliquota al 2,07, il prelievo sale a 201 euro, per un gettito totale di 390 milioni.
  • Uffici e studi privati (categoria catastale A10): con aliquota all’1 per mille, Tasi a 192 euro (gettito totale 124 milioni), con aliquota al 2,07 per mille sale a 398 euro, pari a 256 milioni.
  • Capannoni (gruppo D): con aliquota all’1 per mille, 557 euro ad azienda (gettito totale 649), mentre applicando il 2,07 per mille rincara a 1153 (1,344 miliardi di gettito).
  • Banche (categoria D%): con aliquota all’1 per mille,  prelievo medio pari a 1501 euro (31 milioni), mentre con il 2,07 il prelievo è a 3mila 108 euro (65 milioni).
  • Laboratori artigianali: con aliquota all’1 per mille, prelievo medio di 79 euro (gettito 51 milioni), con il 2,07 per mille 163 euro (106 milioni).

Gettito

Con aliquota all’1 per mille il gettito totale della TASI sarebbe pari a 1,044 miliardi, mentre salendo al 2,07 per mille si porterebbe a 2,161 miliardi. Bisogna però considerare che la TASI assorbirà anche la maggiorazione TARES del 2013 (0,30 euro al metro quadrato). Secondo le stime del ministero dell’Economia, il gettito complessivo dovrebbe essere pari a 1 miliardo di euro, di cui qualche centinaia di milioni di euro a carico degli immobili delle imprese (che vanno sottratti all’aggravio provocato dall’introduzione della Tasi). Comunque sia, si va incontro a un ulteriore aggravio della tassazione sugli immobili, sottolinea Bortolussi, che ricorda: «il passaggio dall’ICI all’IMU ha visto raddoppiare i costi per i proprietari dei capannoni, con punte che in alcuni casi hanno toccato anche il 154%. Con la TASI all’1 per mille, l’aggravio su quelli accatastati con la lettera D sarà di 649 milioni di euro. Una cifra imponente che rischia di mettere in ginocchio molte attività, soprattutto quelle di piccola dimensione». Proprio sui capannoni la Cgia ha effettuato una serie di ulteriori simulazioni di calcolo su specifiche tipologie di PMI.

Ipotesi di aliquota IMU al 9,33 per mille (valore medio 2012) e TASI all’1 per mille:

  • Un artigiano installatore di impianti con un reddito medio annuo di 40mila euro e un capannone D1 di 500 mq con rendita catastale di 2.167 euro subisce un aggravio (contando anche la tassa rifiuti al netto della maggiorazione TARES) di 73 euro.
  • Una Snc artigiana con due soci e quattro dipendenti, reddito di 60mila euro e un capannone di 1.000 mq categoria D1, con rendita pari a 5.776 euro, spende 263 euro in più rispetto al 2013.
  • Una srl con due soci, 20 dipendenti, reddito 80mila euro, capannone di 3mila mq categoria D7 con rendita 9.700 euro, spende 61 euro in più.

Ipotesi di aliquota IMU al 10,6 per mille e TASI allo 0,8 per mille (somma 11,4 per mille):

  • L’artigano installatore subisce un aggravio di 211 euro aggiuntivi.
  • la Snc artigiana pagherà 638 euro aggiuntivi.
  • La srl 685 euro.

Ipotesi di aliquota IMU al 9,33 per mille e TASI al 2,07 per mille (somma 11,4 per mille):

  • L’artigiano spende 232 euro in più.
  • La snc 685 euro in più.
  • La srl 769 euro.