Tratto dallo speciale:

Scadenze Partite IVA e Minimi: come risparmiare

di Barbara Weisz

29 Novembre 2017 15:02

Ultime ore per pagare l'acconto IRPEF 2017, in scadenza il 30 novembre, chi ha fatturato meno che nel 2016 può risparmiare con il metodo previsionale, ma occhio alle sanzioni: regole per partite IVA e minimi.

Conto alla rovescia per la scadenza degli acconti fiscali il 30 novembre, che riguarda persone fisiche, imprese, professionisti, autonomi a partita IVA, anche in regime dei minimi. Bisogna pagare, come è noto, la seconda o unica rata dell’acconto 2017 di IRPEF, IRES, IRAP. Ci sono due metodi per calcolare il dovuto, quello storico e quello previsionale: il contribuente scegliendo oculatamente quale metodo adottare può risparmiare sull’acconto, ma attenzione a fare bene i calcoli, soprattutto per chi sceglie il metodo previsionale, perché in caso di errori si rischiano sanzioni. Se invece si prevede, correttamente, un minor fatturato nel 2017, questo metodo consente appunto di risparmiare sul versamento degli acconti. Vediamo con precisione come funzionano gli acconti IRPEF  e IRAP per le partite IVA.

=> Scadenze fiscali novembre: tutte le date

Metodo storico

Il metodo storico prevede il pagamento delle imposte in base a quanto fatturato l’anno precedente, quindi nel 2016. Quindi, il riferimento è la dichiarazione Redditi PF 2017. Se l’importo indicato nel rigo RN34 o RN64 è inferiore a 51,65 euro, non bisogna pagare nessun acconto. Se invece la somma è superiore, bisogna pagare l’acconto ed entro il 30 novembre si pagherà la seconda o l’unica rata, saldando definitivamente l’acconto 2017. Nel dettaglio, se l’importo del rigo RN 34 o RN 64 è fra 51,64 e 257,52 euro, entro il 30 novembre si versa il 100% della somma indicata. Se invece l’importo è superiore a 257,52 euro, la scadenza del 30 novembre riguarda solo coloro che hanno scelto il pagamento a rate, che verseranno il 60% della somma (perché hanno già pagato il 40% entro lo scorso 30 giugno, insieme al saldo 2016).

Metodo previsionale

Se il contribuente prevede di aver, nel 2017, un reddito inferiore a quello dell’anno precedente, può scegliere di pagare con il metodo previsionale, risparmiando quindi sull’acconto che, con il metodo storico risulterebbe più alto). Qui, però, bisogna stare attenti: se alla fine l’imposta da pagare risulta superiore, scatta una sanzione del 30% sull’importo non versato (la sanzione sarà più basso ricorrendo al ravvedimento operoso).

Regime dei Minimi

Attenzione, gli acconti 2017 sono dovuti anche dalle partite IVA che pagano le tasse con il regime dei minimi al 15%, o che rientrano nel vecchio regime dei minimi con aliquota al 5%. Le regole sono le stesse previste per gli altri contribuenti. Anche in questo caso, si possono utilizzare il metodo storico o il previsionale, a seconda di quanto prevedono di fatturare entro fine 2017 (la differenza è che l’imposta non è progressiva, ma si calcola con aliquota fissa).

IRAP

Per quanto riguarda l’IRAP, stesso discorso di cui sopra: si può scegliere fra metodo storico o previsionale. Il riferimento per il calcolo è il rigo IR21 del modello IRAP (“totale imposta”). Il tetto sotto il quale non va pagato l’acconto, per le persone fisiche, è uguale a quello IRPEF; ovvero 51,65 euro.

Addizionali IRPEF

La scadenza di novembre non riguarda le addizionali IRPEF: niente acconto sull’addizionale regionale, la scadenza per quella comunale è il 30 giugno.