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Precompilata e 730: i documenti da conservare

di Anna Fabi

3 Maggio 2023 12:08

I documenti da conservare per la dichiarazione dei redditi con 730, anche precompilato: quando non basta l'autocertificazione per la detrazione fiscale.

Il contribuente che presenta il Modello 730, deve conservare la documentazione comprovante i requisiti e le spese che danno diritto a detrazioni ai crediti d’imposta in dichiarazione dei redditi perché, pur quando ci si rivolge a un CAF o professionista, la responsabilità di eventuali errori ricade sul contribuente.

Se si sceglie la precompilata, i documenti da conservare riguardano soprattutto i dati modificati, mentre su quelli già indicati nel modello e accettati, non è previsto ulteriore controllo fiscale.

Documenti da conservare per il 730

Per quanto riguarda la documentazione sul reddito, il documento di riferimento è la Certificazione Unica in relazione a redditi da lavoro dipendente e assimilato, da lavoro autonomo e per redditi diversi, mentre la Certificazione CUPE riguarda i redditi di capitale.

Di norma, chi accetta la precompilata non subisce controlli e trova già tutte le spese inserite in dichiarazione oppure indicate in apposito elenco (si tratta anche di spese non calcolate, che vanno inserite a mano dopo aver verificato l’effettivo diritto), qualora sia necessario per qualunque motivo verificare il requisito allo sgravio.

Chi modifica o integra la sezione, soprattutto con spese non presenti in quelle note al Fisco, deve assolutamente conservare i documenti che certificano quanto si va a dichiarare.

Spese mediche e sanitarie

Le spese sanitarie, per essere detratte, devono essere effettuate con pagamento elettronico tracciabile (tranne poche eccezioni) e bisogna conservare i documenti commerciali e le fatture per chi presenta il 730 cartaceo o per chi inserisce nuove voci di spesa nella precompilata.

Le spese per i farmaci vanno documentate tramite fattura o scontrino parlante rilasciato dal farmacista o dal rivenditore presso il quale è stata acquistato il prodotto (parafarmacia, supermercato, online), che contiene la sigla relativa alla tipologia di farmaco (medicinale con o senza ricetta, prodotto omeopatico, e via dicendo), un codice alfanumerico sul prodotto acquistato, la quantità, il codice fiscale del destinatario.

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Le prestazioni del medico generico vanno documentate da fattura, sufficiente anche per visite relative al rilascio di certificati medici (uso sportivo, malattia, patente). Per le visite specialistiche la situazione è più complessa: per ogni tipologia di prestazione sono previsti controlli diversi, che possono andare dalla semplice fattura alla prescrizione medica, ad attestazioni specifiche.

Una regola importante da tener presente, ad esempio in materia di degenze ospedaliere, è che in dichiarazione non bisogna conteggiare le spese (indicate nella ricevuta dell’ospedale) che non riguardano specificamente le cure e il paziente (ad esempio, letto extra per la persona che presta assistenza).

Bonus casa

La documentazione relativa al mutuo casa cambia in base alla destinazione d’uso (prima casa o altro immobile), all’anno d’acquisto, alla tipologia di mutuo, all’esistenza o meno di una ristrutturazione edilizia, al venditore (cooperativa, azienda edile). La banca che eroga un mutuo i cui interessi sono detraibili, invia il dato al Fisco, che lo inserisce nella precompilata.

In linea di massima, la destinazione d’uso va autocertificata (ad esempio, in relazione al fatto che l’immobile acquistato è adibito ad abitazione principale). Così come nel caso in cui il mutuo copra sia l’acquisto sia la ristrutturazione dell’immobile, bisogna autocertificare la somma attribuibile all’una o all’altra casistica.

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Bonus edilizi

Bisogna conservare le abilitazioni amministrative, le fatture sulle spese sostenute, la ricevuta di bonifico, la dichiarazione dell’amministratore condominiale. Ci sono poi documentazioni specifiche per i diversi casi (cessione con diritto alla detrazione in capo al cedente, lavori iniziati prima del 2011).

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Spese di istruzione

Si conservano le ricevute di pagamento, separatamente da quelle per l’eventuale mensa (con riportata in causale l’indicazione precisa, il nome della scuola e quello dello studente) o spese per le gite scolastiche.

Previdenza complementare

Il documento di riferimento è la Certificazione Unica ma bisogna conservare anche la ricevuta di versamento dei contributi. Nel caso in cui riguardino un familiare a carico, il riferimento è la sua dichiarazione dei redditi (se c’è), oppure oltre ai documenti sopra citati un’autocertificazione sul fatto che la spesa non è già stata dedotta, o sarà dedotta solo in una determinata misura.