I paradisi fiscali degli imprenditori

di Noemi Ricci

17 Febbraio 2017 10:30

Cosa prevede la normativa internazionale in materia di contrasto all'evasione fiscale e quali sono i migliori paradisi fiscali per chi ha un'attività imprenditoriale.

Dal 1° gennaio 2017 è entrata in vigore la nuova Direttiva UE n. 2015/2376 con la quale l’Unione Europea ha aderito allo scambio automatico obbligatorio delle informazioni fiscali in ambito comunitario attuata anche dall’Italia il 14 dicembre 2016, ovver0 il CRS (Common reporting standard) ormai in vigore in quasi l’80% degli Stati del mondo, nonché la direttiva n. 2011/16 con la quale l’UE ha deliberato nuove regole di cooperazione amministrativa fiscale più stringenti.

In base alle nuove regole diventa obbligatorio lo scambio dei dati raccolti all’interno dei Paesi aderenti, riguardanti i dati fiscali e patrimoniali dei contribuenti relativi ai rapporti con banche ed istituti finanziari in genere.

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La banca depositaria estera ha l’obbligo di raccogliere tutte le informazioni anche sensibili del cliente residente in un alto Paese, quali numero di conto corrente, codice fiscale, residenza, data di nascita, redditi di ogni attività finanziaria e saldo del conto e trasmetterli allo stato di provenienza del cliente stesso, aggiornando ogni anno le informazioni in proprio possesso. Tale tipo di controllo riguarda tutti, persone fisiche e giuridiche quindi anche società e associazioni.

Il sistema CRS, tuttavia, non è ancora in vigore in alcuni Paesi, che restano quindi dei paradisi fiscali. Tra questi: Panama, Bahamas, Albania, Andorra, Australia, Austria, Brasile, Canada, Cile, Cook Islands, Costa Rica, Indonesia, Israele, Giappone, Malesia, Mauritius, Nuova Zelanda, Federazione Russa, Uruguay. Per questi Paesi le nuove regole entreranno in vigore da settembre 2018.

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C’è poi la possibilità, per chi abbia un’attività imprenditoriale svolta in parte in territorio estero, di pagare le tasse in quel Paese, invece che in Italia, con le sue regole, a patto di rispettare i requisiti per lo spostamento della residenza fiscale.

Alcuni Paesi offrono infatti una tassazione molto agevolata rispetto a quella italiana, tra le più pesanti al mondo. Tra in migliori paradisi fiscali da questo punto di vista ci sono:

  • le Bermuda dove oltre alla tassazione vengono previsti dai Governi, ma anche dalle società di consulenza legale, specifici incentivi per le imprese che espatriano lì i propri fondi;
  • in Andorra non si pagano tasse sul reddito personale e le aziende pagano il 10% sui profitti superiori ai 50 mila euro;
  • in Antigua non si pagano imposte sui redditi generati all’estero, ma comprare la nazionalità costa 250 mila euro;
  • a Barbuda non si pagano tasse sul reddito personale e ai redditi dei non residenti viene applicata l’aliquota forfettaria del 25%;
  • nelle Bermuda per le società non è prevista alcuna imposta e le banche garantiscono agli imprenditori il segreto bancario;
  • a Dubai non si pagano imposte sui redditi delle persone fisiche, non ci sono IVA o altre ritenute. Le tasse sono previste solo per le grandi aziende petrolifere ed esistono imposizioni doganali;
  • anche a Gibilterra non c’è l’IVA e non ci sono tasse sulle compravendite di immobili e terreni. Le tasse sono previste solo per i residenti;
  • alle Isole Cayman con circa 10 mila euro e pochissimi passaggi burocratici è possibile aprire una società anonima e non si pagano imposte;
  • l’Irlanda e il Lussemburgo sono noti per le notevoli agevolazioni fiscali riservate alle imprese, tanto da essere scelte anche da molte grandi multinazionali come Google che ha trasferito gli utili in Irlanda e Amazon, che ha scelto il Lussemburgo;
  • nell’Isola di Man non si pagano imposte sui redditi di capitale, l’imposta di successione, l’imposta sulle società, né le imposte di bollo;
  • in Paese europeo che applica una legislazione favorevole per le imprese come Amazon, consentendogli di risparmiare miliardi e miliardi sulle tasse;
  • a Malta è in vigore un sistema fiscale vantaggioso con aliquote sulle società per i non residenti al 5%. Non si pagano inoltre tasse di successione o patrimoniali;
  • alle Mauritius ai redditi delle società si applica un’aliquota attorno al 15%, con agevolazioni fiscali previste mediante convenzioni per le aziende fiscalmente residenti possono usufruire di agevolazioni fiscali date attraverso convenzioni;
  • nel Principato di Monaco i cittadini non pagano tasse e le imprese le pagano molto basse;
  • nel Regno Unito i non residenti non pagano tasse sui redditi originati all’estero e sul patrimonio tenuto fuori dal Regno Unito (almeno per i primi 7 anni).