Comprensibilità  e prudenza: imprescindibili nel bilancio d’esercizio

di Nicola Santangelo

31 Agosto 2010 09:00

Per essere comprensibile il bilancio d'esercizio deve riportare le informazioni in modo analitico e deve essere corredato dalla nota integrativa affinché sia permessa l’intelligibilità  della simbologia contabile.

Fra gli elementi che individuano la comprensibilità  di un bilancio si annoverano:

  • indicazione dei singoli componenti del reddito e del patrimonio classificati in voci omogenee;
  • individuazione dei componenti ordinari e straordinari del reddito d'esercizio;
  • classificazione di costi e ricavi tipici dell'attività  d'impresa dagli altri costi e ricavi dell'esercizio.

Secondo il principio della prudenza i profitti non realizzati non devono essere contabilizzati mentre tutte le perdite, anche se non definitivamente realizzate, devono essere riflesse in bilancio. E’ questo un elemento fondamentale del processo di formazione del bilancio d’esercizio.

E’ importante che i criteri di valutazione del bilancio siano applicati con continuità  al fine di permettere la comparabilità  dei bilanci di diversi esercizi. In ogni caso il cambiamento dei principi contabili deve essere effettuato in casi eccezionali e, comunque, deve esserne data ampia evidenza e motivazione nella nota integrativa.

L’effetto delle operazioni e degli altri eventi deve essere rilevato contabilmente e ascritto nell'esercizio cui si riferisce indipendentemente dal momento in cui si è verificato l’evento o al momento in cui si verifica il movimento finanziario (incassi o pagamenti).

In particolare i ricavi vanno riconosciuti nel momento in cui il processo produttivo è stato completato ovvero nel momento in cui lo scambio è già  avvenuto ossia quando si è verificato il passaggio di proprietà . Di contro i costi, sia certi che presunti, devono essere correlati con i ricavi dell’esercizio.