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Talent Management: i criteri di valutazione

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 25 Ottobre 2011
Aggiornato 21 Ottobre 2014 07:05

HR: in Italia si investe poco sulla gestione dei talenti interni all'azienda e solo il 49% motiva e fidelizza i migliori dipendenti: ecco i criteri di valutazione per selezionare i migliori in fase di colloquio di lavoro.

In Italia, soltanto il 49% delle imprese si impegna nella fidelizzazione e motivazione dei dipendenti per una loro crescita professionale. In ambito Risorse Umane, infatti, il Talent Management non sembra una priorità d’investimento, anche se i cosidetti talenti, soprattutto in relazione agli obiettivi di innovazione, costituirebbero un valore aggiunto per l’impresa.

Il Talent Management è poco radicato in Italia, dove i talenti ad alto potenziale non vengono “monitorati” nè tanto meno fidelizzati. Piuttosto che “coltivare” le giovani menti già in azienda, una recente ricerca Robert Half rivela che il 51% delle imprese italiane
preferisce rivolgersi fuori, assumendo collaboratori esterni.

Allo stesso tempo, però, è emersa anche la consapevolezza di dover sviluppare nuove strategie ad hoc.

Talento: criteri di valutazione

Lo studio condotto dalla società di recruiting specializzato, che ha preso in esame 200 manager italiani e 2500 internazionali, ha infatti evidenziato come la necessità di una migliore gestione dei talenti nasca in buona percentuale già durante i colloqui di selezione.

Il 16% delle imprese si accorge infatti di dover gestire i propri talenti nel corso dei colloqui propedeutici all’assunzione, mentre un buon 47% raggiunge questa consapevolezza durante i processi di valutazione interna (47%).

In termini pratici, per i manager delle aziende campione ecco quali sono i principali criteri che definiscono i cosiddetti talenti:

  1. atteggiamento mentale innovativo (22%)
  2. ottime competenze tecniche (19%)
  3. produttività elevata (18%)
  4. lealtà (16%)
  5. passione (16%)
  6. abilità relazionali (9%).

Fonte: “Osservatorio Robert Half” 2011