Risk Management: guida pratica per le aziende

di Anna Fabi

7 Aprile 2022 12:12

La gestione dei rischi per le attività d'impresa e le singole commesse in un mercato sempre più incerto: come prevederli e gestirli al meglio.

Se è vero che accettare un certo grado di rischio è inevitabile in qualunque attività d’impresa o progetto di business, non è altrettanto vero che tale rischio debba essere restare non gestito. Ogni iniziativa imprenditoriale comporta innumerevoli interazioni tra sistemi e processi contestualizzate in un mercato di riferimento, scenario che può generare incertezze e necessità di frequenti interventi d’emergenza. Lo abbiamo imparato con la pandemia e lo stiamo sperimentando ancora con la guerra in Ucraina e le tensioni sui mercati energetici e delle materie prime.

La gestione del rischio nel business

E’ sempre utile adottare strumenti di ausilio nella pianificazione e gestione delle attività. Non parliamo solo di tempistiche e bilancio economico ma anche di identificazione e gestione preventiva dei potenziali rischi. Questo vale per le attività d’impresa ma anche per singole commesse e progetti, così come per gli appalti.

Per le attività professionali e aziendali significa prevenire o gestire costi extra e ritardi di consegna o esecuzione, causati da falle nella catena di distribuzione (a livello di acquirenti, fornitori o partner) o cambiamenti repentini di scenario (che causano incoerenza tra budget e prestazioni attese), o processi che privilegiano le prestazioni rispetto ai costi, con decisioni progettuali che ignorano i rischi.

Oggi si può e si deve fare tesoro di adeguati strumenti e strategie che consentono la indispensabile integrazione tra la gestione dei rischi tecnici con quelli inerenti le tempistiche, gli aspetti economico-finanziari e la qualità: va adottato, cioè, un piano di Risk Management: modificare l’atteggiamento di conduzione di un progetto da reattivo a proattivo, nel focalizzarsi sugli eventi futuri e sui piani di prevenzione di potenziali problemi.

Risk Management

Nel Project Management Body of Knowledge, il Risk Management è definito come «processo sistematico di identificazione, analisi e reazione ai rischi di progetto. In pratica, significa massimizzare le probabilità e le conseguenze di eventi positivi e il minimizzare le probabilità e le conseguenze di eventi avversi agli obiettivi progettuali».

Dunque, con esso aumentano le “certezze” e si riducono le “sorprese”, migliora l’erogazione dei servizi, si ottiene una più efficace gestione dei cambiamenti, un più efficiente uso delle risorse, un miglior processo decisionale, una riduzione globale degli sprechi.

Ma… cos’è un “rischio”? È un evento o una condizione non certa che, nel caso si verificasse, avrebbe un effetto su uno o più obiettivi del progetto. Questa definizione, ovviamente, implica altri due concetti: la “probabilità” e il “danno” (o “guadagno” nel caso, teorico ma raro, di evento positivo…).

=> Progetto e obiettivi: analisi S.M.A.R.T e Risk Management

Quindi, potremo quantificare e monetizzare il rischio mettendolo in relazione sia alla probabilità del verificarsi dell’evento che all’impatto che esso causerebbe, cioè: rischio = probabilità x impatto. Ad esempio, se un evento ha il 20% di probabilità di verificarsi e si stima che abbia un impatto economico negativo di € 200.000, il rischio vale €40.000.

In funzione del tipo, dell’entità del rischio e della natura dell’attività, potremo essere più o meno “tolleranti”: andrà cioè definita, volta per volta e in relazione ai nostri vincoli, la massima deviazione accettabile in caso di evento ipotizzato e poi verificatosi. Ne deriva che, per ottenere un efficace modello di risk management, si dovranno mettere in atto diverse azioni, sia in sequenza che integrandole tra di loro.

Una efficace pianificazione del rischio ottimizza l’identificazione dei rischi, la loro analisi qualitativa e quantitativa, i relativi piani di reazione, il loro controllo e monitoraggio.


A cura di Francesco Scaglione