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Gestione finanziaria in 4 mosse: il vademecum

di Barbara Weisz

Pubblicato 5 Gennaio 2018
Aggiornato 18:24

Un vademecum per la corretta gestione finanziaria dell'impresa, le caratteristiche dei 4 step fondamentali: previsione, reperimento risorse, equilibrio fra mezzi raccolti e impiegati, controllo.

Investimenti

Accesso al credito, strumenti finanziari per le PMI, investimenti, ricerca di partner finanziari: sono tutte operazioni fondamentali per un’azienda, che in un contesto di economia sempre più competitiva diventano ogni giorno più importanti per le piccole e medie imprese. Non a caso è questa la tipologia di imprese che maggiormente lamenta difficoltà nell’accesso al credito ma che, in Italia, è spesso caratterizzata da una gestione finanziaria inadeguata. Vediamo dunque, con l’aiuto di Borsa Italiana, quali sono le regole d’oro che un imprenditore può seguire per una corretta pianificazione e gestione degli investimenti per raggiungere gli obiettivi aziendali.

Gestione finanziaria

Innanzitutto, è utile sottolineare che la gestione finanziaria è una funzione di tale importanza da richiedere un’area apposita che se ne occupi specificamente. Le principali fasi della gestione finanziaria sono quattro, vediamole in dettaglio.

1. Previsione delle necessità finanziarie

Si tratta di una fase particolarmente delicata e complessa. È importante considerare che le difficoltà intervengono soprattutto quando bisogna ragionare sul lungo periodo. Una stima corretta delle necessità finanziarie deve tenere conto delle variabili esterne e di quelle interne, come i piani aziendali.

=> Gestione finanziaria con il cash pooling

2. Reperimento risorse

Fatta la stima delle necessità, bisogna passare alla fase della ricerca delle risorse finanziarie. L’azienda ha davanti due strade: impiegare capitale proprio, oppure cercare un finanziamento di terzi.

  • L’impiego di capitale proprio può avvenire attraverso l’autofinanziamento, che nella sua accezione più classica si riferisce alla parte di capitale che proviene dalla gestione aziendale (come gli utili a riserva). Oppure attraverso un finanziamento con vincolo di capitale per gli apporti al capitale sociale di impresa.
  • Il finanziamento con capitale di soggetti terzi è invece quello che avviene quando il finanziatore non diventa socio, e sostanzialmente è un creditore (ad esempio, una banca o una finanziaria che concede un prestito).

3. Mezzi raccolti e impiegati

L’equilibrio tra mezzi raccolti e mezzi impiegati e loro coordinamento: è una fase strettamente legata alla precedente. L’imprenditore deve scegliere le fonti di finanziamento tenendo conto di diverse variabili. Quelle interne, relative ai programmi di investimento aziendale, e quelle esterne, (variazione tassi, stretta al credito), che possono essere più difficili da prevedere e da quantificare.

=> Il controllo di gestione per le piccole e medie imprese

A seconda dei diversi elementi, bisogna trovare il giusto equilibrio fra capitale proprio (capitale sociale, utili reinvestiti, e così via) e finanziamenti terzi. E in quest’ultimo caso, bisogna scegliere fra finanziamenti a breve-medio o lungo periodo. Un’azienda che svolge molte attività stagionali potrà per esempio ricorrere per questa esigenza a finanziamenti di breve periodo, mentre quando si tratta di pianificare l’acquisto di macchinari può essere più opportuno scegliere un prestito a lungo termine.

4. Controllo

Infine, la direzione finanziaria deve costantemente monitorare la situazione, sulla base di quanto pianificato, coordinare programmi e azioni e segnalare eventuali deviazioni.