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Nucleare addio, focus sul Fotovoltaico.. tranne l’Italia

di Noemi Ricci

Pubblicato 27 Maggio 2011
Aggiornato 13 Ottobre 2013 11:17

Fonti rinnovabili: si rinfoltisce la schiera dei fautori, detrattori dell'energia nucleare anche se per Romani il futuro è ancora nell'atomo.

Mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano promulga il decreto Omnibus contenente l’abrogazione delle norme sulla costruzione delle centrali nucleari arrivano da più fronti notizie di abbandono delle strategie sull’atomo in favore delle fonti rinnovabili. Anche dal mondo delle imprese. Di diverso avviso il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani: «continuiamo a essere convinti che la scelta nucleare sia la più corretta per un Paese industrializzato come il nostro».

Romani pensa a una «nuova strategia energetica. Siamo partiti dal Fotovoltaico. Ora dobbiamo ragionare insieme sulle scelte strategiche che influenzeranno per i prossimi dieci anni l’assetto del nostro Paese».

Però non crede troppo nel Solare il ministro: «sì al Fotovoltaico ma con incentivi economicamente sostenibili per il sistema paese e con un particolare, particolarissimo, riguardo alla filiera industriale italiana».

Ma alle lamentele di Romani che si è lamentato pubblicamente che il Governo si è “sentito solo” nel dibattito sul Quarto Conto Energia, a Francesca Marchini, segretario generale di Assosolare (Associazione Nazionale dell’Industria Solare Fotovoltaica) ha risposto in un’intervista a GreenStyle: «il Governo ha ignorato non solo i pareri delle Associazioni di categoria, ma anche le osservazioni negative di Regioni, Camera e Senato alle varie bozze di decreto, e persino i moniti della Commissione Europea, che ha censurato l ‘ operato del Governo, e delle banche che hanno prima minacciato e poi effettivamente sospeso i finanziamenti».

Fotovoltaico a rischio? Marchini spiega il perchè: «il nuovo registro non dà modo a chi investe di sapere in modo certo se potrà avere accesso alle tariffe e di prevedere il livello tariffario su cui basare i propri piani di business, e i tetti di spesa abbinati al registro rischiano di creare blocchi dannosi. Inoltre, la criticità della certezza delle tariffe riguarda anche il periodo 2013-2016 e sia i grandi che piccoli impianti».

Tutto questo mentre nel mondo le cose stanno andando in senso opposto. Siemens rinuncia a ogni investimento nel settore e General Electric ritiene che il solare possa essere più economico di fossili e nucleare già in 5 anni. Toshiba, poi, ha ridotto le attività nucleari per dare spazio a fonti rinnovabili e smart grid,: «se tutti nel mondo sono contrari all’energia nucleare non ha senso continuare a dire che questa tecnologia sarà il pilastro della nostra strategia», ha dichiarato il presidente Norio Sasaki.

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