Referendum: anche il quesito acqua a rischio?

di Noemi Ricci

26 Aprile 2011 11:10

Dopo il dietro-front sul Nucleare si concretizza il sospetto che il Governo voglia annullare il referendum di giugno per dare il via libera al legittimo impedimento e alla privatizzazione idrica.

Sempre più concreti i sospetti di chi vedeva dietro il ripensamento sul Nucleare l’intenzione del Governo di annullare del tutto il referendum di giugno, per lasciare in vigore la norma sul legittimo impedimento e dare il via libera a quelle per la privatizzazione dell’acqua pubblica. A dare corpo alle voci, le parole del Ministro Romani e del presidente di Federutility (associazione gestori acquedotti italiani), Roberto Bazzano.

Il primo ha dichiarato che «sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo», mentre il secondo che dovremmo chiederci «se non sia il caso di evitare un referendum che ha sempre più un taglio puramente ideologico».

Il Presidente del WWF Italia, Stefano Leoni, ha controbattuto dochiarando: « è un colpo di mano, si vuole togliere la voce ai cittadini: evidentemente c’è chi ritiene che le consultazioni popolari sui temi concreti facciano saltare le decisioni prese da pochi nell’interesse di pochi».

Sulla stessa onda di pensiero anche il coordinatore del Forum SEL sui Beni Comuni, Valerio Calzolaio: «la parola ora passerà alla Corte di Cassazione. Abbiamo un sistema legislativo che offre una serie di paletti a protezione del voto popolare. Una volta avviato il processo referendario un’abrogazione delle norme, o attraverso le urne o attraverso un preventivo intervento normativo, ha effetti giuridici abrogativi che durano cinque anni».

Va giù ancora più pesante il leader dei Verdi, Angelo Bonelli: &laquoSul nucleare il governo ha già cancellato le norme su cui poggiano i quesiti referendari dicendo esplicitamente che valuterà se reinserirle in un secondo tempo con modifiche trascurabili. Significa prendere in giro gli Italiani e violare la Costituzione che assegna ai cittadini la possibilità di esprimersi direttamente attraverso i referendum».

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