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Riqualificazione energetica e antisismica: Renzi riapra i cantieri

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 26 Febbraio 2014
Aggiornato 27 Febbraio 2014 15:42

Le proposte di Costruttori, Architetti e Legambiente al governo Renzi sulla riqualificazione energetica e antisismica per la sicurezza dei cittadini e per la ripresa economica del Paese.

L’Associazione dei costruttori edili (ANCE), il Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc) e Legambiente chiedono al neo formato governo Renzi e al Parlamento, in un documento congiunto sulla Rigenerazione delle città ed il mercato dell’Edilizia, presentato in occasione del Forum RI.U.SO03 (evento dedicato alla rigenerazione urbana sostenibile), di «aprire subito i cantieri della riqualificazione energetica e antisismica».

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Proposte

Con l’obiettivo è di arrivare a -50% sui consumi per il riscaldamento, con un miglioramento antisismico degli edifici con interventi innovativi e di qualità, Costruttori, Architetti e Legambiente chiedono:

  • escludere dal Patto di Stabilità gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio pubblico, finanziati da Regioni ed Enti Locali;
  • Un fondo nazionale di garanzia presso la Cassa Depositi e Prestiti per l’accesso al credito di Enti Locali, proprietari di abitazioni, condomini e locali ad uso commerciale che investono in riqualificazione energetica e antisismica;
  • semplificazioni e incentivi per la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica e antisismica nei condomini (dove vivono oltre 20 milioni di Italiani).

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Risorse e politiche urbane

«La riqualificazione urbana deve tornare al centro dei programmi di Governo, è un tema fondamentale per la sicurezza dei cittadini e per la ripresa economica del Paese», ha sottolineato il presidente dell’ANCE Paolo Buzzetti aggiungendo che «le risorse per la riqualificazione non sono così scarse, un esempio: sono i 106 miliardi di fondi pubblici che arrivano dall’Europa. Per iniziare dovremmo attivarne 3 all’anno per 7 anni. Ci sono poi i 5 miliardi bloccati dal Patto di Stabilità che potrebbero essere utilizzati per combattere il dissesto del territorio. Per farlo l’unica strada è andare in Europa a chiedere una deroga al limite del 3% per il rapporto deficit/PIL, almeno per gli interventi più urgenti». Costruttori, Architetti e Ambientalisti chiedono quindi «al nuovo Governo chiediamo impegni seri e responsabilità precise in tema di politiche urbane che, da oltre 20 anni, sono state escluse da qualsiasi investimento e intervento. Per tornare a creare lavoro e dare risposta ai problemi delle famiglie oggi è fondamentale puntare sui cantieri della riqualificazione del patrimonio edilizio e delle città. Dal Governo Renzi ci aspettiamo una particolare attenzione a come attrarre le risorse previste dalla programmazione europea 2014-2020 proprio per l’efficienza energetica e le aree urbane. Non c’è crescita senza lo sviluppo e l’ammodernamento delle città e tornare ad investire nelle politiche urbane rappresenta una scelta coerente con l’obiettivo di guardare al futuro e di portare il Paese fuori dalla crisi».