Mutui casa e prestiti imprese a confronto

di Francesca Vinciarelli

13 Novembre 2013 15:03

L'andamento dei mutui sugli immobili, dei credito alle imprese e le prospettive del mercato immobiliare secondo l'ultimo rapporto e sondaggio Bankitalia.

Leggera ripresa per i mutui e di conseguenza per il mercato immobiliare ed edilizio nel terzo trimestre 2013. È quanto emerge dal sondaggio congiunturale svolto dalla Banca d’Italia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate sul mercato delle abitazioni, condotto tra gli agenti immobiliari. Per gli affitti sembra essere diminuito il calo e anche la caduta dei prezzi sembra essersi arrestata.

Mutui casa

A far pensare ad un inizio di ripresa c’è anche il dato che evidenzia un calo del numero di agenti immobiliari che attribuiscono la decadenza dell’incarico a difficoltà nel reperimento del mutuo da parte dei potenziali acquirenti tornato ai livelli dell’ultimo trimestre del 2010 (45%). La maggior parte delle vendite immobiliari finanziate con un mutuo si è registrata al Nord Ovest (63,7%), seguito dal Nord Est (59,2%), dal Centro (51,8%), quindi dal Sud e Isole (51,9%). In generale in Italia il 60% delle vendite del terzo trimestre è stata finanziata da un mutuo, contro il 56,1% del primo trimestre ed il 57,8% del secondo trimestre. Rispetto al 2007 la situazione rimane comunque critica, secondo l’allarme lanciato dall’Ance (Associazione dei costruttori) i mutui sulla casa sono sempre più difficili da ottenere e tra il 2007 ed il 2012 sono crollati di oltre il 60% (da 62,7 miliardi di euro a 24,7 miliardi) e nei primi sei mesi del 2013 la flessione rispetto all’anno precedente è stata del -18%. A bloccare l’accesso al mutuo sono molteplici fattori:

  • le garanzie;
  • la quota di contante richiesta (nel 2007 servivano in media 3 anni per mettere da parte i soldi necessari per l’anticipo per comprare casa, nel 2013 ce ne vogliono 8);
  • la durata del finanziamento.

Credito alle imprese

Entrando nello specifico del credito concesso dalle banche alle imprese, secondo i dati del Rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia, questi si sono ridotti notevolmente (soprattutto per le imprese non finanziarie), tanto che per le aziende più grandi sta diventando sempre di più un’abitudine quella di rivolgersi al mercato obbligazionario per finanziarsi. A contribuire ci sono “sia la debolezza della domanda sia l’intonazione restrittiva dell’offerta di finanziamenti da parte delle banche, a sua volta connessa soprattutto con la crescente rischiosità delle imprese. Con il miglioramento della congiuntura la flessione del credito si attenuerebbe nel corso del 2014”, spiega Bankitalia. Un tale andamento, secondo Via Nazionale, “riflette la debolezza della domanda di prestiti, in presenza di residue incertezze circa l’evoluzione futura dell’attività economica e del mercato immobiliare. L’elevata rischiosità dei debitori spiega la limitata discesa dei tassi attivi e frena l’offerta di credito. Nell’ipotesi di una graduale ripresa economica, in linea con le previsioni formulate nel Bollettino economico dello scorso luglio la contrazione dei prestiti alle imprese si attenuerebbe nel corso del 2014, per effetto sia della lenta ripresa della domanda connessa con il recupero degli investimenti, sia dell’allentamento dei vincoli di offerta. I mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni registrerebbero un andamento non dissimile, risentendo ancora delle incerte prospettive del mercato immobiliare, pur in presenza di un graduale miglioramento del reddito disponibile. Questo quadro è caratterizzato da elevata incertezza, in relazione ai tempi e all’intensità della ripresa economica”. Il rapporto poi rivela come la qualità del credito risenta della recessione: “il principale problema delle banche italiane è rappresentato dall’aumento dei prestiti deteriorati dovuto alla prolungata recessione, concentrato nei crediti alle imprese. Dati preliminari indicano che nel terzo trimestre di quest’anno l’incidenza del flusso di nuove sofferenze sul complesso dei prestiti avrebbe cessato di crescere; scenderebbe gradualmente nel 2014, pur rimanendo elevata. In prospettiva, occorrerà ridurre la consistenza dei crediti deteriorati. Il comprehensive assessment, dissipando l’incertezza sulla qualità dei bilanci bancari, dovrebbe favorire la ripresa del mercato delle cartolarizzazioni”.

Mercato immobiliare

Per quanto riguarda il mercato immobiliare:

  • gli agenti agenti immobiliari che hanno sperimentato una diminuzione congiunturale dei prezzi di vendita sono scesi al -68,2%, contro il 76,8% dello scorso luglio, più o meno si è tornati agli stessi livelli del primo trimestre del 2012;
  • il maggiore freno alla caduta dei prezzi si è registrato nelle regioni del Nord e del Centro, Sud e Isole restano fondamentalmente stabili;
  • cresce il numero di agenti che rilevano una certa stabilità delle quotazioni, passando al 31% dal 23,1% di luglio;
  • il numero di agenti che hanno venduto almeno un’abitazione passa però al 59,8%, contro il 63,6% di luglio (quando la stagionalità era particolarmente favorevole) e il 55,7% del terzo trimestre 2012;
  • rimane tuttora significativo il divario tra i prezzi di domanda e quelli di offerta;
  • il margine trattabilità rimane invariato al 15,7% di sconto sul prezzo di iniziale vendita.

Per maggiori informazioni consulta il Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 6, novembre 2013 o il Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia