Editoria e Comunicazione: cresce solo il Web

di Francesca Vinciarelli

10 Luglio 2013 10:08

L'Editoria tradizionale crolla per fatturato tranne per gli investimenti pubblicitari nel canale Online in crescita di oltre il 10%, nonostante l'Italia sia ancora maglia nera per accesso a Internet: ecco i dati della Relazione AgCom.

L’Editoria è in crisi, ma solo per il canale tradizionale, che registra nel 2012 873 milioni di euro di perdite in termini di fatturato (-14,1%), sia per la stampa quotidiana (-10,5%) che per quella periodica (-17,3%), a dispetto di quello online che invece continua a crescere a dispetto dal gap digitale che ancora caratterizza in nostro Paese.

È quanto emerso dalla relazione annuale presentata dall’Agcom al Parlamento.

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Accesso alla Rete

Nonostante il successo del Web, l’Authority per le Comunicazioni, per voce del presidente Angelo Marcello Cardani, ha sottolineato come nel 2012 persistano ancora notevoli difficoltà ad accedere ad Internet tanto che «un Italiano su tre vive ai margini della Rete».

In più l’Italia si classifica «al quarto posto in Europa nella non invidiabile classifica del numero di individui che non ha mai avuto accesso a Internet (37,2% contro una media UE27 di 22,4%)».

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Il nostro è però «anche il Paese in Europa in cui gli internauti hanno la più alta frequenza di accesso (oltre il 91% accede regolarmente ogni giorno mentre la media EU27 è del 79%)».

Editoria e Pubblicità

L’editoria tradizionale ha risentito profondamente della crisi economica e dal 2009 ad oggi fa registrare un calo complessivo del -20%, passando da 6,5 miliardi di euro a 5,3 del 2012.

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Gli investimenti pubblicitari nell’Editoria mostrano una crescita solo per quanto riguarda il canale online pari al +10,3% (da 1,407 miliardi del 2011 a 1,552 miliardi).

La TV registra un -17,9% (da 4,221 miliardi del 2011 a 3,467 miliardi del 2012); la Radio -7,1% (da 565,81 milioni a 525,49 milioni).

L’Editoria tradizionale -19,1% (da 2,649 miliardi del 2011 a 2,143 miliardi del 2012) i quotidiani al -16% ed i periodici al -22.4%); gli annuari -20%; il cinema -18,7%; la pubblicità esterna -12,5%.