Bankitalia: debito pubblico da record, ombre su Monti

di Francesca Vinciarelli

15 Maggio 2012 10:20

Il debito pubblico italiano continua a crescere anziché diminuire, nonostante i tagli del governo Monti: i dati Bankitalia, l'allarme Federconsumatori, l'incoraggiamento di Napolitano.

Cresce il debito pubblico italiano ed è nuovo record dopo i 1.934,980 miliardi di euro di gennaio e i 1.928,226 miliardi di febbraio: a marzo si sono sfiorati i 2 miliardi, anche a causa di un -0,5% di tasse nelle casse dello Stato.

Il debito pubblico ha raggiunto quota 1.946,083 miliardi (+12 miliardi su gennaio 2012). A rivelarlo è il Supplemento al Bollettino statistico di Bankitalia dedicato alla finanza pubblica.

A dicembre il debito era di 1.897,646 miliardi di euro e da Federconsumatori è giunto pronto l’allarme: il debito pubblico nel periodo di governo di Monti (da novembre 2011 a marzo 2012) è salito di oltre 41 miliardi di euro.

A conti fatti, quindi, le misure e il piano di tagli messe in campo da Monti e dalla sua squadra al Governo non hanno prodotto effetti positivi, tutt’altro.

E intanto cresce lo scontento tra imprenditori e cittadini, che in questi giorni è sfociato anche in rabbia e violenza contro Equitalia e le iniquità di un Governo che sembra tutelare i banchieri a discapito di imprese e famiglie.

Nel terzo mese del 2012, sono entrate tasse per 26,237 miliardi (-3,61% su marzo 2011 quando erano entrati 27,221 miliardi) per un totale nel primo trimestre di 83,168 miliardi di euro di entrate fiscali (nel 2011 erano 83,591 miliardi).

Ora su contribuenti e famiglie c’è un peso di 32,435 e 88.458 euro rispettivamente. Secondo Federconsumatori ed Adusbef ogni famiglia subirà una stangata di 2.201 euro, ai quali vanno aggiunti altri 1.873 euro di debito pubblico contratto negli ultimi mesi, quelle del governo Monti, per un totale di 4.074 euro.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha esortato ad avere fiducia: «di “annus orribilis” ne ho visti più di uno nel corso della mia lunga esperienza. Certo è stato abbastanza brutto, quest’ultimo. Però ci sono le condizioni per venirne fuori», quindi «Fiducia!».