Confindustria: il programma Squinzi per le imprese italiane

di Francesca Vinciarelli

20 Aprile 2012 16:36

Il programma del nuovo presidente di Confindustria,Giorgio Squinzi, per la crescita delle imprese italiane: un Manifesto Programmatico di politica industriale.

Giorgio Squinzi, il nuovo presidente designato di Confindustria dopo Emma Marcegaglia, ha visto approvati dalla giunta (con 102 sì, 22 no e 21 astenuti) la sua nuova squadra e soprattutto i suol programma per le imprese italiane.

L’obiettivo dichiarato dal nuovo presidente «è quello di ammodernare Confindustria e renderla più adeguata alle esigenze delle imprese perché i tempi cambiano e anche Confindustria deve cambiare».

Crescita

Presentando il proprio programma, Squinzi ha lanciato un messaggio chiaro alla politica: visto che le imprese prime fra tutte sono chiamate a contribuire alla crescita economica del Paese, è necessario che vengano poste «nelle migliori condizioni per poterlo fare, consci che senza regole corrette e rispettate e appropriate istituzioni non c’è crescita, dato che il mercato non può, da solo, rispondere a tutte le esigenze di un moderno sistema economico e sociale».

In primo luogo bisognerà puntare alla crescita del tessuto produttivo italiano eliminando molta della burocrazia che limita la competitività delle imprese,  e lottando contro l’ancora esistente divario del Sud con il resto d’Italia. «Oggi più che mai è di vitale importanza varare interventi strutturali per rimettere l’economia del Paese su traiettorie virtuose di crescita qualificata a medio-lungo termine».

Squinzi ha annunciato l’arrivo a maggio di un «Manifesto Programmatico di azioni concrete da realizzare sia direttamente sia come scelte della politica» perché è «necessario ricominciare a fare politica industriale».

Il neo presidente degli industriali ha fatto riferimento alle liberalizzazioni, «una delle opportunità per superare la crisi economica», e all’Agenda Digitale, sostegno per le imprese per aiutarle ad accedere agli investimenti in ICT. Tra gli altri punti chiave del programma Squinzi ci sono l’Europa, le relazioni industriali, le semplificazioni, la legalità, l’internazionalizzazione e la politica energetica «che accompagni la politica industriale e ne sia parte integrante».

Credito

Un appello è stato lanciato anche alle banche perché «la carenza e i costi del credito sono il principale freno per le imprese italiane e stanno letteralmente stritolando il tessuto produttivo», ovviamente «il ruolo delle banche nell’economia italiana è insostituibile, ma il rafforzamento patrimoniale delle imprese è un obiettivo ineludibile».

Poi Squinzi ha posto l’accento sul problema del ritardo nei pagamenti dalla PA, che è necessario risolvere per restituire competitività alle imprese italiane perché «le inefficienze della burocrazia ostacolano la crescita economica, drenano le risorse pubbliche e private e frenano gli investimenti».

Fisco

Per non dimenticare il Fisco, che dovrebbe essere «equo e semplice, fatto di poche e chiare leggi, meglio applicate e stabili nel tempo».

L’attuale sistema fiscale «oltre a essere oneroso è complesso e incerto. Tre gli obiettivi irrinunciabili per una reale riforma fiscale: ridurre in misura significativa la pressione fiscale su lavoro e imprese, che in Italia è superiore al 50%; rendere più semplice, certo ed efficiente il sistema tributario, migliorando il rapporto tra amministrazione fiscale e contribuenti; proseguire e rafforzare l’azione di contrasto dell’evasione fiscale, introducendo anche meccanismi di recupero attivo del sommerso».

Giovani

Infine il presidente designato degli industriali ha toccato un altro tema cruciale, quello legato ai giovani, «un grande problema nazionale». Per Squinzi «con ragione le generazioni che si affacciano al lavoro, che lo cercano o che vi sono aggrappate con modalità frammentarie e precarie, lamentano la disattenzione delle classi dirigenti di questo Paese. Compito di Confindustria è puntare a creare nuovo lavoro e spingere i giovani a crearselo. Il Paese non può crescere senza i giovani e l’Education deve essere al centro delle nostre attività».