Lavoro e Reddito, uomini e donne a confronto

di Noemi Ricci

Pubblicato 23 Ottobre 2017
Aggiornato 18 Aprile 2021 07:05

I dati ISTAT-Eurostat sulle differenze tra uomo e donna in ambito lavorativo (istruzione, carriera, retribuzione) nell'UE e in Italia.

È ancora ampio nell’Unione Europea il divario tra uomini e donne in termini di istruzione, carriera lavorativa e retribuzioni. Secondo le rilevazioni della ricerca “The life of women and men in Europe – a statistical portrait”, pubblicato dall’Ufficio statistico di Eurostat (in collaborazione con gli Istituti statistici nazionali di UE ed EFTA, l’ISTAT per l’Italia), in termini di percorso di studi, si rilevano invece poche differenze ai livelli d’istruzione inferiori con percorsi diversi ai livelli più elevati.

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Il tasso di disoccupazione è l’8,7 % per le donne e l’8,4 % per gli uomini, ma ci sono tredici Paesi in cui è più alto per gli uomini – Irlanda (6,5 % per le donne e 9,1 % per gli uomini), in Lettonia (8,4 % per le donne e 10,9 % per gli uomini) e in Lituania (6,7 % e 9,1 %) – e in Ungheria è uguale.

Disoccupazione

Il tasso d’occupazione medio per gli uomini è più alto che per le donne (72% rispetto al 61% nell’UE nel 2016) e il divario aumenta con l’aumentare del numero dei figli:

  • senza figli: 65% per le donne, il 73% per gli uomini;
  • con un figlio: 71% per le donne e 85% per gli uomini;
  • due figli: 70% per le donne e 89% per gli uomini;
  • tre o più figli: 55% per le donne e 84% per gli uomini.

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Figli
Diverso anche il modo di lavorare, con il 32% delle donne dell’UE che punta sul part-time per conciliare gli impegni di lavoro e la famiglia è il lavoro contro l’8,8% degli uomini. Qui si evidenziano differenze tra gli Stati membri, con le quote più alte di donne in part-time nei Paesi Bassi (77%), Austria (47%) e Germania (46%) e di uomini nei Paesi Bassi (26%) e in Danimarca (17%). Le quote più basse di occupati in part-time si osservano in Bulgaria (2% sia per le donne che per gli uomini).

part-time

In generale, gli uomini occupano posizioni più alte delle donne: nel 2016 solo un terzo (33%) dei manager nell’UE erano donne e in nessuno Stato Membro la percentuale di donne in questa posizione supera il 50%; la quota maggiore si osserva in Lettonia (47 %), Polonia e Slovenia (entrambe 41 %), Lituania, Ungheria e Svezia (tutti al 39 %), mentre le percentuali più basse si trovano in Lussemburgo (18 %), nella Repubblica Ceca, nei Paesi Bassi e in Grecia (tutti al 25 %).

Manager

Anche in termini di reddito, ovvero di retribuzione lorda oraria media, le donne risultano svantaggiate, avendo guadagnato nel 2015 il 16,3% in meno degli uomini in media (il divario retributivo di genere è presente in tutti gli Stati membri, ma varia da Paese a Paese) e il gap maggiore si registra proprio tra i manager con una paga oraria il 23% più bassa per le donne che per gli uomini. Le differenze minori si osservano invece nei lavori impiegatizi (impiegati d’ufficio, segretarie ecc.) e per i lavoratori dei servizi e del commercio (entrambi inferiori dell’8%), due delle professioni con i salari più bassi.
Retribuzione

Retribuzione oraria

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