Calcoli ISTAT sul DEF: sconti IRAP e IRPEF per fasce di reddito

di Barbara Weisz

15 Aprile 2014 15:55

L'ISTAT analizza il DEF 2014: i risparmi IRPEF per fasce di reddito tra le famiglie, il taglio IRAP per i 2/3 delle imprese, 620mila.

Commissione Bilancio

Pronti i calcoli sul taglio al cuneo fiscale effettuati dall’ISTAT e presentati dal presidente Antonio Golini in audizione sul DEF alla Camera: i risparmi fiscali per i dipendenti (11,3 miliardi) produrranno uno sconto IRPEF fino a 714 euro all’anno per le famiglie a basso reddito, mentre lo sgravio IRAP riguarderà 620mila imprese (2/3 del totale).  Il Documento di Economia e Finanza ha dunque iniziato il suo iter parlamentare con le audizioni in commissione Bilancio di Camera e Senato di sindacati, imprese, banche, ISTAT, Cnel, Bankitalia e Corte dei Conti.

=> I numeri del DEF 2014

La riduzione IRAP per le imprese (del 5% per il 2014, del 10% dal 2015) interessa una pleta di 620mila aziende, il 72,2% del totale, essendo escluse quelle con base imponibile nulla ai fini IRAP. Lo sconto IRPEF sul lavoro dipendente viene calcolato per fasce di reddito:

  • Famiglie meno abbienti: beneficio massimo 714 euro
  • Secondo scaglione: vantaggio fiscale di 796 euro
  • Terzo scaglione: sconto Irpef massimo di 768 euro
  • Quarto scaglione di reddito; sconto di 696 euro
  • Per i redditi più alti: sgravio fino a 451 euro

=> I conti in tasca al DEF, chi guadagna e chi paga

Impatto del DEF

Il DEF finanzia i programmi di Governo per il prossimo triennio, a partire dagli sgravi fiscali per lavoratori dipendenti e imprese. Secondo l’ISTAT, l’impatto generale sull’economia varrà un +0,2% del PIL e -11,3 mld di tasse. I risparmi fiscali sono in parte minoritaria (1,8 miliardi di euro) l’effetto di misure precedenti (Legge di stabilità) mentre circa 9,5 miliardi di euro sono dovuti al DEF 2014. Nel 2014 si prevede una moderata ripresa, che secondo l’Esecutivo dovrebbe portare al PIL annuo positivo per lo 0,8%.

Disoccupazione

Il problema numero uno resta il lavoro, con la perdita di quasi un milione di occupati dal 2008. Su questo punto si è soffermato anche l’intervento della Corte dei Conti, secondo cui si potrà ridurre la disoccupazione (di 2,4 punti) nel 2018, senza raggiungere i livelli pre-crisi e con valori superiori di quattro punti. Anche Bankitalia ritiene importanti i provvedimenti per l’occupazione, ad esempio la riforma di contratti. Per il vicepresidente Luigi Federico Signorini, la cosa importante è che:

«i contratti a termine, di apprendistato e a tutele crescenti siano orientati a lungo termine e puntino a rapporti tra lavoratori e impresa il più stabili possibile».

Imprese

Sul fronte delle imprese, registriamo la posizione delle PMI di Rete Imprese Italia, secondo cui il DEF rappresenta una svolta positiva «perché mette in primo piano il taglio delle spese e la volontà di superare l’austerità», ma ancora manca «quello shock che ci saremmo aspettati». Ad esempio c’è il rammarico per l’intervento, limitato, sul cuneo fiscale a favore delle imprese («lo avremmo voluto più incisivo», dichiara Marco Venturi). Bene l’utilizzo della «leva fiscale per sostenere i redditi bassi e la domanda interna», ma anche qui c’è una critica: «riteniamo che sia un grave errore escludere il lavoro autonomo da questo provvedimento». E in generale resta aperta la questione fiscale, ovvero la necessità di ridurre, per le imprese, il peso della tasse e anche quello della burocrazia.