Tratto dallo speciale:

Governo: Riforma IMU entro Ferragosto

di Barbara Weisz

4 Luglio 2013 17:03

L'impegno del governo Letta al vertice di maggioranza del 4 luglio ad approvare la riforma IMU entro agosto, ma anche ad accelerare sui debiti della PA e sul riordino delle Province.

La riforma IMU arriverà entro Ferragosto: lo ha stabilito il vertice di maggioranza del 4 luglio. Il Governo si è anche impegnato ad accelerare ulteriormente sul fronte del pagamento dei debiti della PA nei confronti delle imprese.

Si è parlato anche della questione Province, che si è aperta dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del riordino delle Province contenuto nel Salva Italia di fine 2011 (Dl 201/2011) e nel Dl 95/2012. Il problema fondamentalmente sollevato dalla Consulta riguarda lo strumento scelto per tagliare le Province, il decreto legge, ritenuto inammissibile per questo tipo di riforma; il Governo è orientato a presentare un Ddl costituzionale.

=> Vai ai programmi di Spending Review per l’autunno

IMU

L’obiettivo di procedere con una riforma IMU era stato inserito in uno dei primi provvedimenti del governo Letta, lo stesso che ha sospeso il pagamento della rata di giugno sulla prima casa (leggi qui). Si tratta del Dl 54/2013, in vigore dal 22 maggio scorso, il quale prevede che, se entro fine agosto non ci sarà una più ampia revisione delle tasse sugli immobili (si prevede una service tax, che inglobi anche la Tares), i contribuenti che non hanno pagato la rata di giugno saranno tenuti al versamento nel mese di settembre.

Per questo l’Esecutivo sta accelerando e nella prossima riunione di maggioranza, fissata per il 18 luglio, verranno prese le prime decisioni concrete suli contenuti della legge. Ricordiamo che la riforma dovrà contenere (secondo quanto scritto nel Dl), forme di deducibilità per le imprese dell’imposta pagata sugli immobili utilizzati per attività produttive.

=> leggi anche le anticipazioni di Zanonato sulla riforma IMU

Sui contenuti della riforma il dibattuto all’interno della maggioranza è tuttora acceso: il Pdl spinge per abolire del tutto l’IMU sulla prima casa, il Pd e Scelta Civica sono più propensi a una rimodulazione.

Nel frattempo, prosegue l’iter della legge di conversione, approvata alla Camera a metà giugno con alcune modifiche che però non cambiano l’impianto generale. L’approvazione definitiva deve avvenire entro il 20 luglio (leggi qui).

Debiti PA

Per quanto riguarda i debiti della PA in realtà novità vere e proprie non ce ne sono, sembra però che il premier Enrico Letta abbia preso un impegno nel corso del vertice di maggioranza ad accelerare i pagamenti alle imprese da parte della PA nel prossimo autunno. All’interno della maggioranza ci sono forze, Pdl in testa, che spingono in questo senso, proponendo ad esempio di liquidare entro la fine del 2014 tutti i 40 miliardi che secondo Dl 35/2013, modificato dalle legge di conversione 64/2013, dovrebbe arrivare alle imprese in due anni, fra il 2013 e il 2014.

=> Vai allo speciale sul decreto debiti PA

Abolizione province

Il Governo conferma l’intenzione di presentare un Ddl costituzionale, che potrebbe arrivare in CdM già il 5 luglio. In effetti, la soluzione della questione è relativamente urgente, visto che le leggi ora bocciate prevedevano un taglio del numero delle province, da 86 a 51, e che ci sono casi in cui le operazioni di riordino sono già iniziate.

=>Leggi di più sul Riordino Province

La Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso di alcune Regioni, ha bocciato un unsieme di norme contenute nel Dl 201/2011 (una serie di commi dell’articolo 23 che svuotavano le province di gran parte delle competenze) e nel Dl 95/2012 (gli articoli 17 e 18, che introduceva i due criteri dei 350 mila abitanti e dei 2.500 chilometri di estensione in basei ai quali era stato deciso quali province eliminare).

Motivo: il decreto legge serve «a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza» ed è quindi uno «strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme» relative al riordino delle regioni.

Riproporre la riforma attraverso un Ddl costituzionale risulta quindi essere una strada percorribile.