Amato-Bassanini: 6 mosse contro il debito pubblico

di Noemi Ricci

Pubblicato 8 Agosto 2012
Aggiornato 10 Agosto 2012 15:46

Debito pubblico: Amato e Bassanini hanno inviato a Monti il loro piano per abbatterlo: 150-200 miliardi entro il 2017 e altri 150 in altri cinque anni. Il piano in sei mosse e le proposte di Grilli e Alfano.

Debito pubblico, risanarlo n Italia è possibile e senza ricorrere ad imposizioni patrimoniali straordinarie, ovvero senza nuove tasse, secondo lo schema in sei mosse studiato dall’ex premier Giuliano Amato e dal presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini e inviato al presidente del Consiglio, Mario Monti, e al ministro dell’Economia, Vittorio Grilli.

Il Piano Amato – Bassanini

Un piano in grado di garantire il pareggio del debito pubblico portando a ricavare 150-200 miliardi entro il 2017 e altri 150 nei cinque anni a seguire. Fondamentale però è proseguire con coerenza con le misure adottate, ma anche la coesione nazionale e una centralizzazione delle decisioni.

La proposta di Amato e Bassanini si articola su sei mosse:

  1. cessione di immobili per 72 miliardi di euro: 30 dall’edilizia residenziale pubblica, 16 dagli immobili di Enti previdenziali, 15 da quelli di Regioni ed enti locali, 6 da caserme e sedi delle Province da smantellare e 5 dal federalismo demaniale;
  2.  capitalizzazione delle concessioni per 30 miliardi di euro;
  3. partecipazioni in Eni, Enel, Finmeccanica, St Microelectronics ed ex municipalizzate quotate per 40 miliardi;
  4. aumento della quota di investimenti in titoli di Stato di lungo periodo da parte di degli Enti previdenziali degli ordini professionali (15 miliardi);
  5. accordo con il governo svizzero tassare i capitali clandestinamente costituiti da italiani in Svizzera per 16-17 miliardi;
  6.  incentivi e disincentivi fiscali volti all’allungamento delle scadenze e alla riduzione del costo medio del debito pubblico (5 miliardi).

Tra i firmatati del piano Amato-Bassanini ci sono anche da Giuseppe Bivona, Davide Ciferri, Paolo Guerrieri, Giorgio Macciotta, Rainer Masera, Marcello Messori, Stefano Micossi, Edoardo Reviglio e Maria Teresa Salvemini sotto l’egida del centro studi Astrid.

Il piano Grilli

Precedentemente il ministro Grilli aveva ipotizzato un piano per il risanamento dei conti pubblici focalizzato sulla cessioni di immobili e partecipazioni dello Stato e degli Enti locali. Questo avrebbe portato 15-20 miliardi di euro l’anno per 5 anni abbattendo il debito di 75-100 miliardi.

Il piano Alfano

Il segretario del Pdl, Angelino Alfano,  ha invece elaborato un piano che taglia il debito pubblico di 400 miliardi di euro in 5 anni portandolo sotto il 100% del PIL. Tale ricavo si potrebbe raggiungere grazie a speciali emissioni obbligazionarie, un fondo che però avrebbe bisogno di veder attribuito il rating massimo e per questo Alfano punterebbe alla garanzia dei beni pubblici, ma è improbabile che le agenzie di rating vi attribuiscano la tripla A a causa del rischio Paese.