Export e innovazione per rilanciare le PMI

di Carlo Lavalle

Pubblicato 26 Marzo 2015
Aggiornato 27 Marzo 2015 15:42

Cresce il numero di imprese che promuove export e internazionalizzazione contro la crisi: cifre, linee guida e normativa nella relazione del Garante per le MPMI.

Dinamiche, innovative e pronte a investire nell’export e nell’internazionalizzazione: ecco come sono le piccole e medie imprese italiane rappresentate dalla recente relazione del Garante per le MPMI trasmessa al Governo, una nuova realtà di aziende passate a una nuova fase di “trasformazione creatrice” dopo la crisi e in grado di trainare la ripresa.

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Internazionalizzazione

Questo panorama di rinnovamento comprende oltre 190mila PMI che promuovono l’internazionalizzazione (nel 2016 saranno 211mila), circa 3300 start-up innovative, 9700 imprese in rete attraverso quasi 2mila contratti definiti al 21 dicembre 2014.E ancora, più di 13mila aziende estere localizzate in Italia, 200 “campioni nascosti”, cioè imprese mono-prodotto e mono-mercato (leader di nicchia sul fronte estero), e 3500 medie imprese con fatturato compreso tra 15 e 330 milioni e con livelli di produttività superiori alle analoghe presenti nei principali paesi europei (Germania, Gran Bretagna, Spagna). In quest’ultimo segmento, troviamo “2.050 società che eccellono nelle loro nicchie di mercato e riescono a competere ai livelli più alti sul fronte internazionale” : si tratta del cosiddetto “Quarto capitalismo”, considerato il vero motore dello sviluppo italiano.

Legislazione

Per favorirne ancora di più l’impatto sulla crescita bisogna, però, rafforzare il contesto in cui le imprese operano e sostenere lo sforzo per migliorarne la competitività. Non è stato ancora varato il disegno di legge annuale previsto dallo statuto delle imprese, mentre in materia di semplificazione mancano all’appello molti provvedimenti, sul registro delle imprese o sugli adempimenti formali tramite procedure telematiche, ad esempio.

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Non è stata approvata, d’altra parte, la proposta di detraibilità delle spese per adeguamento a nuove normative in caso di nuovi oneri (principio “one in one out”) o quella di estensione del regime fiscale agevolato per reti di impresa. Altre misure, contenute nella prima relazione del Garante sono diventate legge: regole sulla sicurezza sul lavoro, mediazione civile, patrimonializzazione aziendale, agevolazione fiscale e potenziamento del Fondo centrale di garanzia per le PMI.

Obiettivi

Secondo il Garante sarebbe opportuno focalizzarsi su alcune priorità strategiche, elencate qui di seguito.

  • Aggregazione d’impresa: occorre dare più vigore al contratto di rete estendendo il regime di agevolazione fiscale, introducendo incentivi alle iniziative di reti promosse da un “soggetto catalizzatore” e promuovendo la figura di un manager di rete sul modello di quanto già previsto per i “Temporary export manager”, attraverso l’erogazione di voucher.
  • Innovazione tecnologica: oltre agli interventi già avviati per riattivare il ciclo degli investimenti privati e stimolare progetti da parte delle imprese, si propone l’adozione di un vero e proprio rinnovo dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico nei settori maturi. Vanno, inoltre, supportati i settori più innovativi delle tecnologie additive di stampa 3D e la rete dei Fab-Lab con la creazione di un network nazionale.
  • Internazionalizzazione: sarebbe importante valorizzare ancora di più quanto stabilito dal Piano straordinario per la promozione del Made in Italy, dare più strumenti finanziari e servizi di consulenza alle PMI che intendono affacciarsi sui mercati internazionali, rendere operativo il coordinamento per l’attrazione di investimenti esteri e sostenere in generale, il nostro sistema di servizi nell’acquisizione di una dimensione internazionale.

Infine, per fronteggiare la crisi di liquidità delle PMI il Garante ritiene utile promuovere l’attività di Venture Capitalism e Fund Raising, favorire l’utilizzo di Minibond e lo sviluppo dell’Equity Crowdfunding.

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Tecnologia digitale

Ancora più decisiva per il futuro delle PMI italiane è la diffusione della tecnologia digitale ed e-commerce. Non a caso, la percentuale di piccole imprese digitalizzate che intrattengono relazioni con l’estero è “quattro volte superiore a quella delle aziende non digitalizzate”.

E-commerce

Troppo basso, inoltre, è il tasso di adozione delle e-commerce che costituisce uno dei canali più potenti per favorire la crescita nei mercati soprattutto delle imprese più piccole. Per questo, spiega il Garante, serve è un programma straordinario per spingere un numero ampio di aziende verso il commercio elettronico, stimolando i processi di digitalizzazione (nei rapporti con la pubblica amministrazione) e facendo leva sulle sue notevoli opportunità di business.

Professionisti

Le PMI devono dotarsi di nuove figure manageriali e specialistiche: può essere favorito l’inserimento di manager che siano capaci di attivare processi di innovazione e internazionalizzazione prevedendo benefici contributivi e agevolazioni fiscali. Mentre per l’afflusso di professionisti come esperti in Web marketing, banner designer, Internet trainer sarebbe indispensabile riformare il sistema dell’istruzione e della formazione, affidando anche alle Camere di Commercio un ruolo maggiore di ponte tra mondo produttivo e realtà professionale.

Per approfondimenti: MISE – Relazione Garante MPMI.