Osservatorio PMI 2014: numeri e segreti del successo

di Barbara Weisz

Pubblicato 23 Luglio 2014
Aggiornato 24 Settembre 2014 06:36

Innovazione, capacità di rispondere al mercato, digitalizzazione: caratteristiche e strategie delle 327 PMI eccellenti d'Italia fotografate dall'Osservatorio 2014 di Global Strategy.

Osservatorio PMI

Operano in settori maturi, sono situate nel Nord, hanno vocazione globale e orientamento all’innovazione, utilizzano le nuove tecnologie e spesso hanno un sito anche in un’altra lingua: è la fotografia delle 327 PMI eccellenti d’Italia individuate dall’Osservatorio di Global Strategy “PMI italiane fra tradizione e innovazione digitale tendenze e testimonianze  dalle Eccellenti 2014”Si tratta di aziende che hanno battuto la crisi raddoppiando il reddito operativo e rafforzando la solidità finanziaria. PMI, spiega Antonella Negri-Clementi, presidente e A.d. di Global Strategy, che hanno scelto da tempo:

«di puntare su innovazione e internazionalizzazione riuscendo a contrastare gli effetti della crisi grazie alla tenacia degli imprenditori, alla sorprendente flessibilità e dinamicità nel riadattare le strategie operative per raggiungere i propri obiettivi».

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PMI eccellenti

Il loro tasso di crescita media annua del fatturato è superiore di tre volte alla media del settore di riferimento (+10% contro +3%), il reddito operativo nel periodo 2008-2012 è cresciuto del 19% medio annuo contro una flessione del 3% delle altre PMI; hanno una buona capacità di generare cassa e numeri positivi in termini di ritorno sugli investimenti (ROI).Nel 30% dei casi appartengono a settori tradizionali (Metallurgia, Meccanica), mentre cresce il numero di imprese (+22% rispetto al 2013) che operano nei Servizi, in particolare nello sviluppo di software e nel supporto alle attività di ufficio. Tre su quattro (il 73%) si trovano nelle regioni del Nord, anche se si registra una sofferenza del Nord-Est (3,8% in termini di penetrazione contro una media nazionale del 4,1%) oltre che del Sud (2,7%), mentre il Centro segna una crescita del 5,3%.

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La forte vocazione globale di queste eccellenze è contrassegnata da un buon 40% di fatturato realizzato all’estero, quota che nei prossimi tre anni prevedono di aumentare del 9%. Hanno anche altri obiettivi ambiziosi: incrementare il valore della propria produzione aggredendo nuovi mercati (per il 14% del campione) o sviluppando nuove iniziative (per il 24%). Sul fronte dell’innovazione, investono circa il 5% dei ricavi in ricerca e sviluppo, bugdet per lo più destinato al miglioramento del prodotto (per il 53%) e alla digitalizzazione (15%).

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L’ultimo anno registra un cambiamento di strategie manageriali alla base del successo. Resta fondamentale la qualità del prodotto (per il 90%, contro il 72% di quattro anni fa), ma acquista sempre più importanza la capacità di capire dove stanno andando i mercati (fattore strategico per il 75%, 30 punti in più rispetto al periodo pre-crisi). Interessante sottolineare come il valore del brand non sia più un fattore sufficiente a determinare il successo (è passato dal 54% al 29%). In pratica, gli anni della crisi hanno premiato l’innovazione (di prodotto e di strategia imprenditoriale), più che l’importanza del marchio.

Strategie digitali delle PMI

Il 93% delle imprese eccellenti ha un sito internet in almeno un’altra lingua rispetto all’italiano, il 46% è presente su un social media, il 29% usa internet per servizi pre e post vendita, il 15% vende online o su marketplace i propri prodotti (percentuale molto alta se tiene in conto che la maggior parte di queste aziende appartiene al B2B). Nei prossimi tre anni prevedono di destinare circa il 15% del budget di R&S all’implementazione di soluzioni quali e-commerce evoluti, software per la gestione condivisa di dati e informazioni, piattaforme per l’ottimizzazione della supply chain.

Trend tra le PMI

Le imprese di dimensioni più piccole (fino a 50 milioni di fatturato), fanno più fatica nell’export, con una quota inferiore di un terzo rispetto alle eccellenti più grandi, e sono più focalizzate su mercati di prossimità (quelli europei). Comunque, il 73% degli imprenditori (percentuale che supera l’80% per le aziende più piccole) ritiene che l’utilizzo e lo sviluppo di piattaforme digitali potrebbe rappresentare un valido sviluppo alla crescita internazionale perché permetterebbe di tornare a puntare su brand e prodotto incrementandone la diffusione e semplificando la struttura commerciale.

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Annapaola Negri-Clementi, Managing Partner dell’omonimo Studio Legale Associato, sottolinea l’importanza degli investimenti nel digitale: «la digitalizzazione dei contratti di rete di impresa può essere una grande sfida»; c’è la sensazione che «anche le PMI eccellenti non stiano sfruttando appieno tutte le potenzialità derivanti dell’applicazione di queste nuove tecnologie» in linea «con il ritardo che il nostro Paese ha accumulato nei confronti della digitalizzazione».