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Startup in Italia: indietro di 15 anni

di Barbara Weisz

20 Settembre 2017 15:03

Italia fuori dalla top 20 mondiale per Startup o metropoli emergenti, in ritardo sul fronte normativo e degli investimenti in Digitale: Global Startup Ecosystem Report 2017.

L’ecosistema italiano delle startup non solo non è nella top 20 mondiale (un dato che, probabilmente, per gli addetti ai lavori non rappresenta una sorpresa) ma non viene considerato neppure fra gli emergenti di maggior successo a livello internazionale: sono le evidenze del Global Startup Ecosystem Report 2017 di Startup Genome, un report che oltre a stilare la classifica dei migliori posti al mondo in cui aprire una startup (in vetta, manco a dirlo, la Silicon Valley), presenta una serie di dati e analisi sul settore Digitale. Che cresce a velocità doppia rispetto al resto dell’economia, e in base alle previsioni, continuerà a farlo. Oggi rappresenta il 4,5% del PIL mondiale (contro il 2% del 1992), l’8% nei prossimi 15-20 anni.

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La parte del leone, per lo sviluppo dell’industria Hi-Tech e per le Startup, continuano a farla gli Stati Uniti: non solo la Silicon Valley è stabilmente in testa alla graduatoria internazionale (pur avendo perso il primato dei talenti, che spetta a Singapore), ma sono americane anche la seconda classificata (New York), la quinta (Boston), e nella top 20 figurano anche Los Angeles (nono posto), Seattle (decimo posto), Chicago, 18esimo posto.

E’ ben rappresentata anche l’Europa, con cinque capitali: Londra sul terzo gradino del podio, Berlino settima, Parigi undicesima, Stoccolma 14esima (new entry fra le top 20), Amsterdam 19esima. Le new entry 2017, oltre alla capitale svedese, sono metropoli cinesi, ovvero Pechino e Shanghai, rispettivamente al quarto e all’ottavo posto. L’India propone due capitali emergenti, Nuova Delhi e Mumbai. Fra le altre: Gerusalemme, Helsinki, Mosca, Salt Lake City – Provo (Utah).

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A margine della classifica si possono proporre due considerazioni: la vicinanza dei mercati finanziari funge evidentemente da stimolo l’ambiente per le startup (vedi New York e Londra con Wall Street e la City); in Europa, l’innovazione si concentra  fra i paesi settentrionali.

Fra i motivi del gap italiano è il ritardo del nostro Paese nel concentrarsi sui temi dell’innovazione. Le prime normative italiane sulle startup risalgono al 2012 (Decreto Crescita), mentre secondo il report, un ecosistema di startup per emergere definitivamente ha bisogno di almeno 20 anni. Significa essere entrati nel mercato dell’innovazione con 15 anni di ritardo rispetto ai player che al momento rappresentano l’eccellenza mondiale.

Fra i punti a favore, possiamo sottolineare l’accelerazione impressa negli ultimi anni: non solo i continui aggiornamenti sul fronte delle normative per Startup e PMI innovative ma anche il piano Industria 4.0, in piena evoluzione (attese nuove misure nella manovra economica 2018).