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Pensioni: rimborsi con Legge di Stabilità 2016

di Barbara Weisz

Pubblicato 15 Maggio 2015
Aggiornato 18 Giugno 2015 08:56

Restituzione di una parte della rivalutazione pensioni solo per assegni fino a 4-5 volte il minimo, nei prossimi mesi: verso il decreto del Governo dopo la sentenza Corte Costituzionale, le ipotesi.

Restituzione di una parte della rivalutazione pensioni, magari non subito ma a partire dai prossimi mesi: sono questi gli orientamenti del governo per il decreto sulla reindicizzazione pensioni dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul no al blocco pensioni della Riforma Fornero. I condizionali continuano ad essere d’obbligo fino a quando l’esecutivo non presenterà il provvedimento vero e proprio, atteso per il consiglio dei ministri di lunedì 18 maggio.

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Ma ci sono dichiarazioni dello stesso premier, Matteo Renzi:

«Stiamo studiando come fare a superare il limite della Corte e contemporaneamente a ridare una parte di quei soldi».

Il punto è sempre lo stesso: recepire la sentenza riducendo al minimo l’impatto sui conti pubblici, sia per non compromettere la fragile ripresa sia per non rischiare di sforare il patto comunitario. Fra le varie ipotesi delle ultime ore, anche quella che vede un provvedimento che di fatto rimanda ogni decisione a dopo l’estate, per trovare le risorse nella prossima Legge di Stabilità. Il punto è il seguente: la sentenza della Corte Costituzionale «non ha detto che non si può fare il blocco» ha spiegato sempre Renzi:

«Ma che fatto in quel modo lì, non andava bene».

La sentenza, lo ricordiamo, stabilisce che il blocco della rivalutazione dei trattamenti superiori a tre volte il minimo non rispetta i principi di proporzionalità e adeguatezza stabiliti dagli articoli 36 e 38 della Costituzione. Questo, perché l’asticella fissata dalla legge a tre volte il minimo va a intaccare pensioni non abbastanza elevate, che andrebbero quindi salvaguardate.

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Dunque, par di capire che l’Esecutivo stia mettendo a punto un meccanismo che restituisca l’indicizzazione recuperando il necessario principio di equità ma senza pesare eccessivamente sui conti pubblici. Le ipotesi: la restituzione totale per i trattamenti fino a 4-5 volte il minimo e il blocco per quelle più alte. Si parla anche di un meccanismo progressivo, applicando dei coefficienti ridotti di reindicizzazione sopra tre volte il minimo, fino all’azzeramento intorno ai 2500 euro al mese lordi. Considerando che i trattamenti fino a tre volte il minimo non sono mai stati bloccati, significherebbe restituire solo una parte dell’indicizzazione non riconosciuta negli anni scorsi, e solo ai trattamenti fino a 4-5 volte il minimo, mantenendo il blocco per le pensioni più alte. Le prime risposte certe, arriveranno con il CdM di lunedì prossimo.