Occupazione al Sud: l’accordo Ministero-Regioni

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 5 Dicembre 2013
Aggiornato 26 Giugno 2018 14:17

Rilancio dell'occupazione nel Sud Italia: firmato il protocollo d'intesa tra il Ministero del Lavoro, le Regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e Italia Lavoro.

Firmato il protocollo d’intesa tra Ministero del lavoro e Regioni del Meridione volto a rilanciare l’occupazione al Sud. Più in particolare l’intesa firmata dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini, dagli assessori al lavoro di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e dal presidente di Italia Lavoro, Paolo Reboani, mira ad impiegare in modo coordinato, e nel rispetto delle specificità regionali, tutti gli strumenti per combattere disoccupazione e promuovere autoimprenditorialità.

Protocollo d’intesa

Il protocollo d’intesa è frutto della proposta avanzata dalle quattro Regioni al ministro, per voce dell’assessore al lavoro e alla formazione della Regione Campania Severino Nappi, e pone particolare attenzione nei confronti dei giovani, supportandoli nella transizione dal mondo della scuola e dell’università per inserirsi nel mercato del lavoro. Per lo scopo vengono semplificati e valorizzati gli strumenti dell’apprendistato, del tirocinio in azienda ma verrà anche promosso lo sviluppo di start-up di imprese giovanili, l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità, l’accompagnamento all’inserimento e al reinserimento lavorativo, l’alternanza scuola-lavoro, l’orientamento e il Placement.

Giovani

Le Regioni dell’Obiettivo Convergenza sono in ritardo rispetto al Centro Nord, per recuperare il distacco è necessario puntare sull’aumento dell’occupazione giovanile, nonché sul rafforzamento delle politiche attive del lavoro e della cooperazione positiva tra pubblico e privato. Per questo il protocollo d’intesa firmato in questi giorni si pone come obiettivo primario il sostegno ai giovani. «Dobbiamo aiutare i giovani a inserirsi nel mercato del lavoro, favorendo la transizione dal mondo della scuola e dell’università, semplificando e valorizzando strumenti che abbiamo già a disposizione, come l’apprendistato e il tirocinio», spiega così l’intesa il ministro Giovannini, aggiungendo poi che «quest’accordo consente di fare un passo avanti importante. Disponiamo di risorse europee e nazionali, norme che semplificano e nuove regole per l’alternanza scuola-lavoro. La struttura di governance dovrà garantire il raccordo fondamentale con il territorio per iniziare l’inversione di tendenza».

Attuazione

Regioni e Governo procederanno ad elaborare misure e dispositivi specifici in relazione alle macro aree di riferimento. Per attivare le diverse misure verranno utilizzate risorse derivanti dalla riprogrammazione interna dei Programmi Operativi Regionali potenziati e rivisti nell’ottica di miglioramento degli stessi e, qualora necessario, alcune misure e le relative risorse potranno essere negoziate con il Ministro della Coesione Territoriale. Verrà inoltre costituita una cabina di regia per la governance e la programmazione strategica delle misure, i membri saranno lo stesso ministro Giovannini e gli assessori e sarà assistita dalla rispettive strutture tecniche.

Obiettivi

Più in particolare l’accordo individua come finalità del protocollo d’intesa:

  • “ridurre le difficoltà del sistema formativo ed educativo nel rispondere alle esigenze provenienti dalla domanda di lavoro delle imprese in termini di fabbisogni professionali e formativi;
  • limitare la mancata corrispondenza fra le competenze possedute da diplomati e laureati e quelle richieste dal mondo del lavoro;
  • aumentare la capacità di retention del sistema formativo di evitare la fuga prematura dal sistema stesso, che crea giovani privi anche di competenze culturali di base fondamentali per accedere al mercato del lavoro;
  • attuare politiche che favoriscano le opportunità formative per i giovani che hanno lasciato gli studi in modo da garantire quella compensazione della scarsità di conoscenze strettamente teoriche con altre, magari, più tecnico-professionali, che possano comunque offrire maggiori opportunità di impiego ad una fascia di popolazione giovanile a rischio di esclusione sociale;
  • diminuire il fenomeno dell’over education frequente nelle regioni del Mezzogiorno, cercando di favorire lo spostamento delle scelte formative dei giovani verso percorsi che assicurino maggiori opportunità lavorative;
  • potenziare progetti comuni di istruzione e tirocinio scuola-impresa per formare qualificazioni professionali aderenti alla reale domanda di lavoro e ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro;
  • sensibilizzare i giovani verso professioni manuali dall’alto contenuto di competenze e sbocchi lavorativi, e incentivare lo sviluppo di percorsi formativi, soprattutto di scuola secondaria, improntati sui temi propri del mondo artigiano, favorendo l’utilizzo di tipologie contrattuali di inserimento quale l’apprendistato, particolarmente adatto alle esigenze di tale segmento imprenditoriale;
  • ridurre la carenza quantitativa e qualitativa da parte del sistema della formazione tecnico-professionale o dell’università a generare i profili richiesti dalle imprese;
  • potenziare i servizi all’impiego erogati a favore degli studenti e le attività di orientamento e di job placement;
  • potenziare le attività di sostegno all’auto-imprenditorialità dei laureati e agli spin off accademici;
  • promuovere lo start-up di imprese giovanili e l’autoimpiego quale modalità di accesso al lavoro;
  • contribuire a dare tempestiva ed efficace attuazione, a decorrere dal 1° gennaio 2014, alla cosiddetta «Garanzia per i Giovani» (Youth Guarantee);
  • integrare le misure di politica attiva lungo un asse settoriale verticale che massimizza le relazioni positive tra tirocinio/apprendistato/auto impiego;
  • conferire carattere di unitarietà agli interventi di politica attiva nazionali e regionali con riferimento alla governance;
  • promuovere lo sviluppo di azioni informative territoriali su fabbisogni di risorse materiali, infrastrutture, servizi, competenze quale strumenti preparatori all’adozione di politiche attive del lavoro diminuire i tempi della disoccupazione attraverso politiche attive e specifici dispositivi finalizzati ad incrementare l’occupabilità delle persone;
  • promuovere pacchetti finalizzati a realizzare programmi individuali e collettivi di outplacement, comprendenti tutti i dispositivi richiesti per il ricollocamento (formazione e riqualificazione professionale, counselling, orientamento, servizi personalizzati per la ricerca attiva di lavoro, apprendistato, tirocinio, accompagnamento verso percorsi di auto imprenditorialità ed auto impiego, sostegno alla mobilità, anche geografica);
  • migliorare la qualità e la personalizzazione dei servizi per il lavoro finalizzati all’outplacement;
  • incentivare la predisposizione da parte delle aziende di piani per il ricollocamento dei dipendenti in caso di crisi ed esuberi.
  • anticipare, nell’ambito del tirocinio e dell’apprendistato, il “repertorio delle qualifiche” per il riconoscimento dei crediti formativi e delle capacità acquisite in esperienze post diploma e post laurea;
  • potenziare, con riferimento all’autoimpiego, le fasi di orientamento/selezione/formazione /tutoraggio, al fine di indirizzare i neo imprenditori verso attività coerenti con le caratteristiche soggettive e con gli andamenti del mercato; semplificare l’accesso (facile reperibilità e compilazione della domanda); attivare strumenti di facilitazione all’inserimento e reinserimento lavorativo dei destinatari anche attraverso la costituzione di reti d’impresa; coinvolgere tutti gli attori della filiera: Camere di Commercio, Banche, Fondi di garanzia”.

Per maggiori informazioni consulta il Protocollo d’Intesa Ministero-Regioni