Lavoro nelle imprese: le assunzioni per regione

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 15 Novembre 2013
Aggiornato 25 Novembre 2013 09:54

La mappa delle assunzioni in Italia, dove le piccole imprese offrono più opportunità di lavoro delle grandi aziende.

Sono le piccole imprese a sostenere l’economia e l’occupazione in Italia, a confermarlo ci sono i Censimenti dell’Industria e dei Servizi del 2001 e del 2011 elaborati dalla Cgia Mestre: le PMI hanno creato più del doppio dei posti di lavoro delle grandi aziende. Più in particolare il 64,3% dell’occupazione è stata prodotta delle piccole imprese con meno di 50 addetti, creando più di 457.200 nuovi posti di lavoro tra il 2001 e il 2011, contro il 29,9% (212.600 di addetti) delle grandi imprese. In totale nel periodo di riferimento hanno trovato lavoro più di 711.000 persone, tra le quali sono 41.354 (il 5,8% del totale) sono state impiegate in aziende di medie dimensioni (tra i 50 e i 249 addetti).

Assunzioni regione per regione

A creare le maggiori opportunità di lavoro sono le piccole imprese delle regioni del Centro-Sud: il Mezzogiorno ha fatto registrare tra il 2001 ed il 2011 un incremento di 267.762 posti di lavoro, pari al +10,7%, il Centro 142.816 posti di lavoro, il Nord Ovest 32.377 (+1%) ed il Nord Est 14.232 (+0,6%). Ad assumere di più ci sono le imprese del Lazio, dove l’occupazione è cresciuta nel periodo di riferimento del +17,4% (+138.721 posti tra il 2001 ed il 2011), segue la Calabria (+14,4%, +29.236 posti di lavoro) e la Sicilia (+14%, +74.110). Poi ci sono il Trentino Alto Adige (+12,4%), la Campania (+11,9%), la Puglia (+10,2%), la Valle d’Aosta (+9,0%), l’Abruzzo (+6,8%), la Sardegna (+6,1%), l’Umbria (+3,5%), la Liguria (+2,9%), le Marche (+2,1%), la Lombardia (+2,0%), la Basilicata (+1,1%), il Molise (+1,1), il Veneto (+1,1%). Poi ci sono una serie di regioni nelle quali la differenza percentuale di assunzioni rivela un rapporto negativo: la Toscana (-1,1%), l’Emilia-Romagna (-1,2%), il Piemonte (-2,4%), il Friuli-Venezia Giulia (-5,4%).

Sostegno alle PMI contro la disoccupazione

Molto chiara la lettura dei dati del segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi: «l’importanza delle piccole imprese emerge in maniera evidente dalla lettura delle statistiche ufficiali, le realtà con meno di 50 addetti costituiscono il 99,5% del totale delle aziende presenti in Italia e occupano oltre 11 milioni di addetti. Al netto dei lavoratori del pubblico impiego e dell’agricoltura, il 67% del totale degli addetti italiani presta servizio in una piccola o micro impresa. Stiamo parlando di aziende artigiane-commerciali, di piccole imprese e di attività guidate da liberi professionisti che non chiedono aiuti o prebende, ma una pressione fiscale e un peso della burocrazia in linea con la media europea e la possibilità di accedere con maggiore facilità al credito». A fronte di questi dati e del momento particolarmente delicato che stanno vivendo le piccole imprese, è estremamente necessario sostenerle, questo per Bortolussi significherebbe «aiutare il Paese ad uscire dalla crisi economica e, soprattutto, creare le condizioni per ridurre la disoccupazione, visto che dalle statistiche emerge che sono le piccole realtà produttive a creare il maggior numero di posti di lavoro anche nelle aree più svantaggiate del Paese».