Fornero: i 55mila nuovi esodati, in pensione da 62 anni

di Barbara Weisz

Pubblicato 20 Giugno 2012
Aggiornato 23 Gennaio 2013 14:14

Fornero in Senato per l'informativa sugli Esodati, la platea dei salvi sale a 120mila lavoratori anche se dei nuovi 55mila salvaguardati non tutti andranno in pensione: vediamo chi sono e i criteri di assegnazione delle risorse.

Dopo l’audizione in Parlamento (al Senato prima e alla Camera poi) di Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e del Welfare, è ufficiale: la platea degli esodati sale a 120mila lavoratori complessivi, pur con delle differenze di trattamento.

Rispetto ai 65mila già contemplati dal decreto esodati, se ne aggiungono altri  55mila, che il Governo ha deciso di inserire tra i salvaguardati tramite un nuovo provvedimento legislativo.

ATTENZIONE. Non tutti riceveranno l’assegno pensionistico, visto che per questi esodati sono previste tutele di vario genere, che «dovranno tenere conto delle diverse platee e delle rispettive peculiarità». Nella fattispecie:

  1. la pensione (con le vecchie regole)
  2. un sussidio (in veste di ammortizzatore sociale)
  3. lo stipendio (con il prolungamento dell’attività lavorativa).

L’ipotesi di arrivare alla pensione (soprattutto quelli che gli accordi li hanno firmati con la mediazione del Governo) è per i lavoratori interessati da accordi collettivi, per coloro che sono oltre i 62 anni o che maturano il diritto entro il 2014 (sono ancora ipotesi, sia chiaro).  Per gli altri, le soluzioni potrebbero essere:

  • estensione del trattamento di disoccupazione;
  • forme di sostegno all’impiego (incentivi contributivi e fiscali).
  • partecipazione volontaria a lavori di pubblici utilità.
  • utilizzo dei fondi professionali.
  • estensione del metodo contributivo retroattivo (andare in pensione prima ma con il contributivo), già previsto per le donne.

Esodati: informativa del Ministro Fornero

in Senatoalla Camera

Copertura: imprese salve

Per finanziarie le nuove misure a favore dei lavoratori penalizzati dalla riforma delle pensioni, oneri e coperture dovranno essere «attentamente vagliati» ma la strada indicata nel Milleproroghe di finanziare l’intervento con un aumento dell’aliquota contributiva a carico delle imprese non andrà perseguita, perché «determinerebbe un aumento del costo del lavoro, in Italia già strutturalmente troppo elevato».

Il Governo avvierà per questo un confronto tra Parlamento e parti sociali, per «istituire una sede permanente di monitoraggio sui dati quantitativi e sulle situazioni di criticità che possano emergere, così da approntare misure tempestive, che prevedano anche interventi di ordine finanziario modulati nel tempo».

Chi sono i 55mila nuovi esodati

Ecco chi sono i 55mila nuovi salvaguardati:

40mila lavoratori in mobilità ordinaria per accordi sindacali stipulati entro il 31 dicembre 2011 ma con data di licenziamento successiva al 4 dicembre 2011 (chi matura i requisiti per la pensione entro la fine della mobilità potrebbe rientrare tra i salvaguardati), di cui:

  • 4.700 in mobilità ordinaria al 14 giugno 2012,
  • 15.300 in cassa integrazione guadagni straordinaria fino a marzo 2012 (ultimo dato disponibile), che passeranno alla mobilità ordinaria per 3-4 anni;
  • 20.000 presto in mobilità senza passare per la CIG straordinaria, stimati sulla base delle liste degli accordi governativi stipulati tra il 2008 e il 2011

1.600 lavoratori del settore finanziario aventi diritto ad accedere a fondi di solidarietà, in base ad accordi stipulati prima del 4 dicembre 2011 e che perfezionano i requisiti per la pensione entro il 2014

7.400 prosecutori volontari (con ultimo versamento contributivo volontario), con pensione avente decorrenza nel 2014 secondo i requisiti previsti dalla normativa precedente alla riforma delle pensioni.

6.000 lavoratori cessati entro il 31 dicembre 2011 in ragione di accordi individuali o collettivi, con pensione avente decorrenza nel 2014 sempre secondo i requisiti previsti prima delle riforma di fine anno (contenuta nel Salva Italia).