Esodati: primo scaglione di 65mila in pensione

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 16 Aprile 2012
Aggiornato 18 Aprile 2012 09:11

I lavoratori esodati sono più di 65 mila ammette il Governo: per ora in pensione solo questo primo scaglione di salvaguardati, mentre il ministro Fornero accusa le aziende di averne creato troppi.

Le stime sul numero dei lavoratori esodati diffuse dal Governo piuttosto che placare le polemiche e stemperare le preoccupazioni di chi oggi si trova senza pensione né lavoro, le hanno alimentate: per il ministro del  Welfare Elsa Fornero sono 65mila gli Italiani penalizzati dalla recente riforma delle pensioni, ma riferendosi soltanto al primo scaglione.

Gli esodati sono infatti ben più di 65 mila (almeno 130mila secondo l’INPS) e, come lo stesso Governo ha successivamente precisato,  quel numero rappresenta solo il primo scaglione di “salvaguardati” per il quale si andrà a studiare una soluzione entro giugno, e per il quale c’è la copertura totale (5 miliardi nel periodo 2013-2019).

Per questi primi lavoratori «si procederà nelle prossime settimane all’emanazione del previsto decreto ministeriale».

Per gli altri esodati si troverà una soluzione analoga ma scaglionata nel tempo, di anno in anno: «non possiamo risolvere il problema tutto subito perché dovremmo mettere a bilancio una cifra spropositata che ci farebbe saltare tutti gli equilibri finanziari», ha dichiarato Gianfranco Polillo, sottosegretario all’Economia.

Il Ministro sta valutando l’ipotesi di un intervento normativo anche per gli esodati «interessati da accordi collettivi stipulati in sede governativa entro il 2011, comunque beneficiari di ammortizzatori sociali finalizzati all’accompagnamento verso la pensione», ossia i fuoriusciti dalla Fiat di Termini Imerese o protagonisti di analoghe grosse vertenze, concluse dopo il 4 dicembre (termine previsto dal Decreto Salva Italia).

Fornero ha poi “accusato” le imprese di essere la vera causa di questa situazione: «gli esodati li creano le imprese che mandano fuori i dipendenti a carico del sistema pensionistico pubblico e della collettività». Parole che hanno suscitato l’ira di Confindustria, sorpresa e sgomentata: «queste parole danno una rappresentazione del mondo delle imprese che non solo non trova riscontro nella realtà, ma è anche offensiva».

Anche dalla politica arrivano voci contrarie ai numeri diffusi dal Governo: il Pdl ha chiesto alla Commissione Industria del Senato di affrontare questa «problematica sociale di obiettiva gravità». E a chiedere di tirar «fuori i numeri veri» c’è anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.

Per Raffaele Bonanni della Cisl il Governo «non è rispettoso di queste persone», lo ha detto in occasione della mobilitazione organizzata insieme a Cigl e Uil proprio per protestare contro la situazione in cui il Governo ha messo i lavoratori esodati con la recente riforma delle pensioni.
In ogni caso se il Governo non incontrerà al più presto i sindacati per risolvere il problema» i lavoratori «proseguiranno la mobilitazione», ha avvisto Susanna Camusso della Cgil. «Noi chiediamo che l’ esecutivo mantenga i patti» chiarisce il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, «chi entro il 2011 ha fatto accordi per andare in pensione con le vecchie regole ci deve poter andare».