Facebook protegge la privacy dei lavoratori

di Tullio Matteo Fanti

26 Marzo 2012 14:30

Da Facebook un avviso ai datori di lavoro che pretendono da dipendenti o candidati le password di accesso ai profili personali: atto illegale e perseguibile.

Diventa sempre più diffusa l’abitudine di controllare i profili Facebook dei dipendenti da parte dei datori di lavoro, che in alcuni casi arrivano a chiedere le password dei profili personali pur di poter osservare ogni dettaglio della loro vita. Si tratta però di un atto illegale, che viola alla base la privacy del lavoratore.

Come spiegato da Erin Egan, Chief Privacy Officer di Facebook, chiedere ai dipendenti e ai candidati ad un posto di lavoro l’accesso ai profili personali del social network (o farsi fornire i dati da terzi) rappresenta una pratica che mina la privacy e la sicurezza di entrambe le parti, oltre a rappresentare un atto illegale.

Per questo motivo il social network ha chiesto che negli USA la condivisione non autorizzata delle password o la richiesta non autorizzata da parte dei datori di lavoro venissero considerate una violazione dello Statement of Rights and Responsibilities di Facebook.

Anche il Senato degli Stati Uniti sta studiando un decreto specifico per impedire ai datori di lavoro di avere accesso alle password e quindi alle informazioni private dei lavoratori con sotterfugi vari.

«Prenderemo provvedimenti per proteggere la privacy e la sicurezza dei nostri utenti», scrive Egan, «sia coinvolgendo le istituzioni che, ove appropriato, avviando cause legali, inclusa la disattivazione di applicativi che abusano dei loro privilegi».

Aziende e datori di lavoro sono quindi avvertiti: Facebook è pronta a “bannare” le società che faranno pressioni sui dipendenti o candidati per le password, minacciando vere e proprie guerre legali.