Tratto dallo speciale:

Riforma del Lavoro: Governo incontra sindacati, sciopero il 9 marzo

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 14 Febbraio 2012
Aggiornato 24 Giugno 2013 12:04

Ripartono i lavori del governo Monti sulla riforma del lavoro per arrivare a un accordo in tempi brevi: le parti sociali insistono su riforma dei contratti, ammortizzatori e articolo 18, la FIOM minaccia sciopero generale.

Ripartono i lavori sulla riforma del lavoro, dopo l’incontro tra imprese (rappresentate da Confindustria) e sindacati, le parti sociali incontreranno il governo Monti. L’obiettivo è trovare velocemente un accordo che soddisfi tutti sui temi caldi: riforma dei contratti, ammortizzatori sociali e articolo 18.

Governo

Il Governo preme perché l’accordo venga raggiunto nel più breve tempo possibile, per attuare la riforma del lavoro tramite decreto legislativo, quindi con delega dal Parlamento, piuttosto che arrivare a dover definire un disegno di legge che prevede tempi più lunghi.

Il più grande scoglio sembra essere rappresentato, ancora una volta, dall’articolo 18, sul quale ora sembrano essere in disaccordo anche gli stessi sindacati.

Sindacati

La più reticente su questo fronte è la Cgil di Susanna Camusso che si oppone con forza non solo all’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ma anche ad una sua ipotetica modifica.

Più aperta invece la posizione di Raffaele Bonanni (Cisl) e di Luigi Angeletti (Uil), che ha anticipato: «stiamo preparando delle proposte per le modalità d’ingresso nel mondo del lavoro e il sistema di protezione delle persone che lo perdono. E bisogna eliminare tutte quelle forme ibride che si prestano ad abusi, come le false partite IVA e i falsi autonomi».

In ogni caso il ministro del Welfare Elsa Fornero ed il presidente del Consiglio Mario Monti non sembrano disposti a far slittare i tempi in nome del dialogo.

Presidente della Repubblica

Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, preme perché la riforma del lavoro venga portata a termine in tempi rapidi sottolineando la «necessità di un accordo valido tra le parti sociali, in particolare i sindacati, e il governo» e che «è fondamentale concepire anche la riforma del mercato del lavoro in funzione di un accrescimento della produttività che, purtroppo, in Italia è stata stagnante da molti anni.

La coesione sociale, fattore fondamentale per la ripresa economica dell’Italia, non equivale all’immobilismo ma alla massima intesa per il cambiamento e le riforme».

Sciopero il 9 marzo

Per protestare contro la possibile riforma dell’articolo 18, Il leader della FIOM Maurizio Landini ha proposto uno sciopero generale dei metalmeccanici il 9 marzo

«La decisione annunciata per oggi di uno sciopero generale è giusta», ha commentato il segretario della Cgil, Susanna Camusso, mentre Angeletti della Uil si è mostrato contrario: «certe volte si inventano i motivi».

Riforma in tempi stretti

La via che si è delineata negli ultimi tempi e che sembra quella maggiormente percorribile, con minori polemiche, è una revisione dell’articolo 18 che tuteli i lavoratori dal precariato tramite l’esonero per 3-4 anni per i neoassunti e la garanzia di tempi certi per il reintegro o per la conferma del licenziamento.

Sempre nell’ottica di combattere il precariato in Italia sarebbero allo studio incentivi fiscali per le imprese che assumono a tempo indeterminato, piuttosto che con contratti a tempo o a progetto. Meno travagliata sembra essere infine la contrattazione sulla riforma degli ammortizzatori sociali.