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Riforma del lavoro: Fornero favorevole ad aumento stipendi

di Noemi Ricci

21 Dicembre 2011 09:00

Sulla riforma del lavoro, Elsa Fornero, ministro del Welfare, si dichiara favorevole ad un aumento degli stipendi e si dice aperta al dialogo sull'articolo 18 in aziende con oltre 15 dipendenti in relazione alla flessibilità sul mondo del lavoro.

Mentre la riforma del lavoro sta facendo discutere, soprattutto in merito alla modifica dell’articolo 18 sui licenziamenti da parte dei datori di lavoro, il ministro del Welfare tocca un altro punto caldo per imprese e lavoratori: gli stipendi. Più nello specifico Elsa Fornerosi è dichiarata favorevole al loro innalzamento.

Elsa Fornero: “sì” all’aumento degli stipendi

Il ministro scelto da Mario Monti ha fatto presente come l’attuale governo tecnico conosca bene il divario che esiste in Italia relativamente agli stipendi, a seguito della distribuzione dei salari maturata negli ultimi 15 o 20 anni. Elsa Fornero ha sottolineato di ritenere cruciale inserire nella riforma del lavoro un aumento degli stipendi, attualmente sin troppo bassi.

I tempi della riforma del lavoro

Per quanto riguarda le tempistiche della riforma del mercato del lavoro, il ministro del Welfare ha reso noto che «non c’è nessun appuntamento prima di gennaio» per un’eventuale tavolo con le parti sociali, mentre per i tempi di attuazione «dipende se ce lo lasciano fare come tempi e disponibilità. Da parte mia c’è piena disponibilità ma non ci devono essere preclusioni di nessun tipo».

Nella riforma del lavoro spazio a giovani

Fornero ha tenuto a sottolineare che «non si vuole precarizzare nessuno più di quanto già lo sia», anzi è proprio per questo che nella riforma del lavoro si vorrebbero riuscire ad aumentare i salari «perchè sono bassi, non è una cosa che ci sfugge». In più si vorrebbe agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, incentivando le imprese che assumono.

Polemiche sull’articolo 18

Intanto però la polemica sull’articolo 18, che regolamenta i contratti del 65% dei dipendenti delle imprese con più di 15 addetti, quindi dalle medie imprese in su. Una legge che il Governo Monti vorrebbe cancellare con l’obiettivo di garantire alle aziende una maggiore flessibilità, soprattutto in vista di periodi difficili come quello di crisi economica che stanno vivendo oggi le Pmi.