Tratto dallo speciale:

Riforma Pensioni, vertice il 14 giugno

di Barbara Weisz

Pubblicato 6 Giugno 2016
Aggiornato 15 Giugno 2016 16:35

Secondo vertice sulla Riforma Pensioni 2016-2017: flessibilità in uscita, anticipo pensionistico, Social Act meccanismo allo studio e dibattito.

Nuovo round governo sindacati su Riforma Pensioni e flessibilità in uscita: il prossimo incontro è fissato per il pomeriggio del 14 giugno. Il ministero del Lavoro ha convocato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, mentre il Governo sarà rappresentato dal Ministro Giuliano Poletti e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini. Il vertice segue il primo incontro dello scorso 24 maggio, servito a separare il dibattito in due tavoli, uno sulle pensione e uno sul lavoro. Sul fronte previdenziale, la discussione di concentra sulla riforma pensioni che i tecnici dell’esecutivo stanno mettendo a punto e che sarà inserita nella prossima Legge di Stabilità.

=> Pensioni: Governo e Sindacati al lavoro

«All’ordine del giorno avremo molti punti – anticipa il ministro – non solo la flessibilità ma anche tutto il tema della previdenza e del lavoro. Andremo con molti argomenti: non c’e’ una proposta definita perché c’è un impegno che ci siamo assunti e ci sarà un confronto vero. Abbiamo dei pilastri chiari ma anche la disponibilità concreta a discutere».

Poletti conferma le ipotesi di Riforma allo studio:

«stiamo lavorando a costruire una cosa complessa, che risponda a due parametri: deve essere economicamente sostenibile e socialmente equa».

=> Riforma Pensioni con anticipo pensione integrativa

Il meccanismo di cui si discute prevede un anticipo pensionistico, APE, per ritirarsi fino a tre anni prima della pensione di vecchiaia (quindi, a 63 anni e sette mesi): il lavoratore percepisce un trattamento che restituirà poi con la pensione. L’anticipo pensionistico è finanziato dalle banche, che vengono coperte dal rischio (ad esempio, di decesso del pensionato prima della fine della restituzione del prestito, che tendenzialmente avviene in 20 anni), attraverso un’assicurazione (non si prevede intervento pubblico). Si discute in particolare sulla decurtazione della pensione, intorno al 2% per ogni anno di anticipo. Si pensa anche a un meccanismo che consenta di diminuire l’importo del prestito pensionistico riscattando periodi versati alla previdenza complementare. Sono poi previste regole diverse per i disoccupati (anch’essi beneficiari di un trattamento che li accompagni alla pensione, ma a carico dello stato).

Sul tavolo anche altre questioni aperte: Opzione Donna (pensione anticipata per le lavoratrici a 58 anni), esodati, lavori usuranti, lavoratori precoci, flessibilità contributiva. Tanto che Poletti così sintetizza:

«la prossima Legge di Stabilità avrà un forte segno sul versante delle politiche sociali: dopo il Jobs Act serve un Social Act», che sappia coniugare flessibilità e produttività.