Pensione anticipata dal 2019: i contributi necessari

Risposta di Barbara Weisz

27 Ottobre 2017 11:03

Lanfranco R. chiede:

Sono un lavoratore precoce di 58 anni, dipendente in una piccola azienda con meno di 10 unità con 41 anni e 6 mesi di contributi, compresi alcuni mesi figurativi negli ultimi 4 per aver usufruito della Cassa Integrazione in deroga (CIG) flessibile. La stessa termina a fine anno, per cui la mia domanda è: conviene farsi licenziare e usufruire della NASpI per raggiungere la data di pensionamento o accettare eventualmente la Cassa integrazione nel caso di nuovo stanziamento CIG? Ci sono altre alternative?

Mi pare che, in ogni caso, sia vicino al requisito per la pensione anticipata, per gli uomini dipendenti pari a 42 anni e dieci mesi fino a fine 2018 (poi scatta l’adeguamento alle aspettative di vita). Le manca poco più di un anno.

Per la maturazione del diritto valgono sia i contributivi figurativi previsti dalla cassa integrazione sia quelli versati con il sussidio di disoccupazione. Probabilmente (ma è un’ipotesi da verificare), se l’azienda firmerà un nuovo accordo di CIG le conviene accettarlo perché  dopo la fine della cassa integrazione avrebbe diritto alla NASpI, quindi allungherebbe il periodo di ammortizzatori sociali, assicurandosi di agganciare la pensione anche in presenza di un innalzamento del requisito.

In ogni caso, mi sembra che non corra rischi nemmeno accettando la NASpI, perché il trattamento dura due anni e, anche nel 2019 con uno scatto di cinque mesi, lei riuscirebbe ad avere i 43 anni e due mesi necessari per la pensione anticipata.

 

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