Aumento in busta paga, calcoli per fasce di reddito

di Barbara Weisz

Pubblicato 11 Aprile 2014
Aggiornato 14 Aprile 2014 11:07

Quanto guadagneranno in più i dipendenti e i redditi esentasse nel 2014 e 2015, quanto ci perderanno gli stipendi pubblici con il nuovo blocco: tutti i calcoli per scaglioni di reddito.

Pronti i calcoli sugli effetti del taglio del cuneo fiscale da 10 miliardi a favore dei lavoratori dipendenti. Cosa cambia per le tasche di contribuenti e lavoratori? A ricevere in buste paga l’aumento più consistente saranno i dipendenti privati che guadagnano da 22 a 25mila euro: a fine  2014 si ritroveranno di più in busta paga oltre 600 euro di minori tasse, superando i 700 euro dal 2015.  Ci sono invece lavoratori per cui l’aumento sarà azzerato dai mancati rinnovi contrattuali: secondo il DEF, i contratti dei dipendenti pubblici resteranno fermi fino al 2020. Infine, si ipotizzano le prime stime per gli incapienti (reddito annuo fino a 8mila euro) che potrebbero ricevere fino a 380 euro annui in più.

=> I conti in tasca al DEF: chi guadagna e chi paga

Dipendenti privati

Il meccanismo attraverso cui si applicherà il taglio delle tasse sul lavoro è allo studio dei tecnici (ne sapremo di più dal decreto attuativo previsto per il 18 aprile), ma a grandi linee si basa su un aumento della detrazione, con beneficio massimo che si ottiene per gli stipendi annui intorno a 24mila euro, per esaurirsi sopra i 35mila euro. Nel 2015, a regime, l’effetto si azzererà invece sopra i 55mila euro.

  • Reddito 10mila euro: aumento di circa 10 euro al mese, pari a 90 euro nel 2014, che sale a circa 160 euro nel 2015. Intorno ai 12mila euro annui l’aumento 2014 sale a 20 euro al mese (circa 180 euro in tutto) e quello 2015 supera i 250 euro.
  • Reddito 15mila euro: nel 2014 l’aumento sarà intorno ai 315 euro, arriva a 400 euro annui per chi guadagna 17mila euro. Si tratta di un aumento di 35 euro al mese. Nel 2015, quando sarà a regime e verrà dunque incassato per tutti i 12 mesi, il beneficio annuo salirà a 390 euro, mentre per un reddito di 17mila euro supererà i 500 euro.
  • Reddito 20mila euro: nel 2015 aumento di 60 euro al mese, per un totale di 540 euro, mentre nel 2015 l’aumento annuale sarà superiore ai 600 euro.
  • Reddito oltre 20mila euro: la fascia che parte da qui e arriva fino a 24mila euro è quella a cui va il maggior vantaggio, i famosi 80 euro al mese, che in particolare riguardano proprio i redditi da 24mila euro, per i quali in totale l’aumento 2014 sarà di 722 euro e quello 2015 arriverà a quasi 800 euro al mese. L’aumento 2014 inizia a superare i 600 euro annui da quota 21mila 500 di reddito, e arriva a 650 per chi guadagna 22mila 500 euro (superando i 70 euro al mese). Prenderà la stessa cifra chi guadagna 25mila euro.
  • Reddito oltre 25mila euro: il beneficio va scalando fino ad esaurire completamente i suoi effetti a quota 35mila euro di reddito 2014. Attenzione: nel 2015, invece, la maggiorazione della detrazione si azzera a quota 55mila euro. C’è, insomma, un’ampia fascia cuscinetto che distribuisce l’aumento flessibilmente.

Il motivo per cui lo stipendio 2015 sarà più alto è che l’aumento sarà pagato per tutte le mensilità: si tratta infatti di un aumento a regime, non una tantum: la detrazione viene stabilmente modificata.

Redditi esentasse

La detrazione sfavorirebbe i redditi più bassi, fino a 8mila euro all’anno, che non pagano tasse. Per evitarlo, i tecnici stanno studiando un meccanismo che retribuisca questi lavoratori con un innalzamento della no tax areaa 8500 euro e un aumento in busta paga del 9% del reddito fino a 4.100 euro annui, che diminuisce fino ad esaurirsi sopra gli 8.500 euro. In soldoni, per un reddito da 4.500 euro annui parliamo di 380 euro in più (50 euro al mese).

I dipendenti pubblici

Qui ci sono le dolenti note: nelle pieghe del DEF emerge un blocco degli stipendi pubblici fino al 2020. Il Documento di economia e finanza prevede una spesa in calo dello 0,7% nel 2014, che si stabilizza nel triennio successivo e risale dello 0,3% nel 2018, quando è prevista un’indennità di vacanza contrattuale per il triennio 2018-2020. Significa che non ci sono in programma rinnovi contrattuali fino al 2020, con stipendi fermi dal 2010. I sindacati chiedono al Governo di trovare le risorse per sbloccare questi contratti, e promettono battaglia su questo punto.