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Riforma del Lavoro, accordo con Confindustria e sindacati: fuori Pmi?

di Francesca Vinciarelli

2 Febbraio 2012 10:20

Riforma del lavoro: vertice imprese-sindacati positivo pur senza documenti condivisi in vista dell'incontro con il Governo su ammortizzatori sociali, flessibilità e articolo 18, da cui si sentono però escluse le Pmi.

Positivo l’incontro sulla riforma del lavoro tra imprese e sindacati in vista del confronto con il Governo, che vede Confindustria, Cgil, Cisl e Uil “dalla stessa parte” – pur senza produrre alcun documento condiviso – nel tentativo di ridurre al minimo gli attriti, che invece potrebbero venire in relazione alle istanze delle Pmi (in particolare dei commercianti e artigiani, rappresentati da Rete Imprese Italia) e di ABI, che lamentano l’essere stati esclusi dai confronti di questa fase preliminare, prima degli incontri ufficiali con il Governo.

L’obiettivo del confronto tra Industriali e parti sociali sulla riforma del lavoro era di fatto di non «fare la guerra dei documenti», come l’ha definita la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia.

Confindustria

La presidente degli Industriali, Emma Marcegaglia, a margine del vertice ha commentato: «è stato un lungo confronto utile su tutti i temi, quindi a 360 gradi, ma non è terminato, dobbiamo continuare». Sui temi trattati la leader di Confindustria ha rivelato «abbiamo parlato di flessibilità in entrata, di flessibilità in uscita e di ammortizzatori sociali».

Sindacati e imprese non hanno però trovato una posizione comune sulla riforma del mercato del lavoro, anche se tutte le parti coinvolte si dicono fiduciose e convinte che trovare delle convergenze sia possibile.

Intesa che – a questo punto – deve essere trovata non solo con le parti sociali ma anche tra le imprese stesse, ovvero tra Confindustria con le già citate Rete Imprese Italia e ABI, oltre che con Ania e Alleanza delle cooperative, che si sono incontrate in questi giorni.
Un primo confronto che a quanto pare era stato positivo, secondo Emma Marcegaglia: «stiamo ragionando per vedere se ci sono dei punti in comune e ci sono». Anche per questo sono sorte perplessità circa l’esclusione delle Pmi al tavolo di confronto con il Governo in questa fase del dialogo.

Cgil

Intanto, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso ha commentato l’incontro con Confindustria, ribadendo che l’obiettivo era solo di scambiare qualche opinione sulla riforma del mercato del lavoro e non di costruire una trattativa parallela a quella con il ministro del Welfare Elsa Fornero, «il confronto è con il Governo». E per lo stesso motivo Camusso ha escluso categoricamente che da questi incontri nascano dei documenti, «abbiamo ragionato sui problemi che ci sono, sulle ipotesi condivise sulle quali ragionare anche in base a un’agenda che il Governo domani dovrebbe indicare».

Cisl

Il rappresentate delle Cisl, Raffaele Bonanni, ha però evidenziato la volontà delle parti sociali di presentarsi al confronto con il Governo con alcuni impegni condivisi, anche con le imprese, «c’è l’esigenza di andare in una sola direzione e trovare soluzioni».

Bonanni, oltre a sottolineare l’importanza di tutelare i lavoratori migliorando il sistema degli ammortizzatori sociali ha ribadito: «resta il veto dei sindacati a qualsiasi intervento sull’articolo 18». E su questo punto lo scontro con gli industriali è inevitabile: «siamo contrarissimi a modifiche all’articolo 18. Speriamo di convincere Confindustria a non farsi accalappiare da discorsi che servono solo a creare polveroni e non a risolvere i problemi».

Uil

Il segretario della Uil, Luigi Angeletti,  tocca infine un altro nodo cruciale della riforma del lavoro: l’emergenza occupazione «che, purtroppo, prevediamo aumenterà nei prossimi mesi».