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Milleproroghe: la riforma pensioni non slitta ma salva esodati e precoci

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 19 Gennaio 2012
Aggiornato 30 Aprile 2012 09:01

Milleproroghe: passa l'emendamento sulle pensioni per salvaguardare "esodati" e "precoci": niente rinvio della riforma, ma corsia preferenziale per il pensionamento senza penalizzazioni di questi lavoratori.

Passa l’emendamento al Milleproroghe per rimandare la riforma delle pensioni elaborata dal Ministro Elsa Fornero, ma con delle varianti: non ci sarà bisogno di rinvio, perchè l’emendamento stesso prevede la tutela di esodati (lavoratori prossimi alla pensione che avevano firmato per restare) e lavoratori precoci (a lavoro dai 16-18 anni) , gravemente penalizzati dalla riforma previdenziale 2012.

La copertura finanziaria per mandarli in pensione senza penalizzazioni – in quanto rimasti ingiustamente “incastrati” nei meccanismi della riforma – almeno per ora verrà dall’innalzamento dell’aliquota previdenziale dei lavoratori autonomi, come prevede l’emendamento presentato dai relatori e approvato dalle commissioni.

Una clausola di salvaguardia prevede, tuttavia, che in caso di risorse finanziarie non sufficienti si procederà con un aumento dei contributi che le imprese versano per gli ammortizzatori sociali.

 Gli esodati

Gli esodati potranno andare ora in pensione con le vecchie regole, senza che a tali soggetti sia applicata la riforma previdenziale.

L’emendamento al Decreto Milleproroghe sulle pensioni chiedeva il differimento di un anno, o almeno sei mesi, dell’applicazione delle nuove norme previste dalla riforma delle pensioni per trovare una soluzione alla posizione degli esodati, che come detto sono quei lavoratori che – per aiutare l’azienda per la quale lavoravano, evidentemente colpita dalla crisi economica – avevano accettato di dimettersi, optando per uscite agevolate, essendo in prossimità di andare in pensione nel 2012.

In seguito all’approvazione della manovra finanziaria, però, questi lavoratori erano rimasti in una sorta di limbo, perché la riforma delle pensioni non permetteva loro di andare in pensione quest’anno come avevano sperato ma, avendo già risolto il loro rapporto di lavoro per mezzo di accordi individuali, accordi collettivi di incentivo all’esodo, accordi di crisi, fallimento o riorganizzazione aziendale, non avevano più uno stipendio sul quale contare.

I lavoratori precoci

L’altra situazione da risolvere era quella dei lavoratori precoci, ovvero coloro che avendo iniziato a lavorare tra i 16 ed i 18 anno erano stati colpiti dai disincentivi alla pensione di anzianità della riforma delle pensioni Fornero.

Grazie all’emendamento al Milleproroghe, da qui al 2017 i precoci potranno andare in pensione con 42 anni di contributi (41 anni e 1 mese per le donne) anche se non avranno compiuto 62 anni.

Incremento aliquote contributive per autonomi

L’aumento delle aliquote contributive per i lavoratori autonomi – che serve per ottenere la copertura necessaria alle pensioni di esodati e precoci da qui al 2017 – andrà a regime nel 2016 e arriverà fino allo 0,15%. Il primo scatto è previsto già da gennaio 2013 ed è pari allo 0,01%. Dal 2014 l’incremento sarà dello 0,04%, nel 2015 di un altro 0,05% fino ad arrivare allo 0,15% nel 2016.

L’aumento riguarderà le aliquote contributive di finanziamento e di computi delle gestioni pensionistiche dei lavoratori artigianali, commercianti e coltivatori diretti, mezzadri e coloni iscritti alle gestioni autonome Inps.

Gli emendamenti al Milleproroghe

Il risultato del voto sugli emendamenti da parte dell’Esecutivo e delle due Commissioni doveva essere reso noto, secondo i programmi, il 19 gennaio ma il Governo non aveva sciolto in tempo la riserva sulle coperture; poi  la notizia di un niente di fatto, a fronte di una proposta di riformulazione dell’emendamento volta a ridurre la platea dei beneficiari; infine, l’emendamento riformulato e approvato.

L’emendamento era uno degli  837 presentati alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio – compresi quelli proposti da Partito democratico (Cesare Damiano e Pierpaolo Baretta) e Popolo della libertà (Giuliano Cazzola) sulle pensioni –  dei quali 490 dichiarati inammissibili.

Non ci sarà il voto di fiducia sul testo, che dovrebbe arrivare lunedì 23 gennaio in Aula a Montecitorio. Non è escluso che la scelta della soluzione per la copertura finanziaria richiesta dall’emendamento possa essere modificata durante l’iter parlamentare.