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APe e pensione Precoci, domande entro giugno

di Barbara Weisz

Pubblicato 21 Marzo 2017
Aggiornato 5 Aprile 2017 10:39

APe Social e Volontaria, domande dal I° maggio al 30 giugno, in arrivo anche il Decreto Precoci: l'iter attuativo della Riforma Pensioni.

APe Social fino a esaurimento (le domande possono essere respinte o rinviate), invio domanda con scadenza annuale (30 giugno per il 2017, 31 marzo nel 2018), decreti attuativi per l’anticipo pensionistico in arrivo, anche per la pensione anticipata dei lavoratori precoci a quota 41: è quanto emerge dalle anticipazioni fornite dall’esecutivo ai sindacati al tavolo negoziale sulla riforma previdenziale.

=> Negoziato pensioni: il dibattito sull’APe

Scadenza domanda APe

L’ipotesi che il Governo ha sottoposto ai sindacati prevede una finestra unica per la presentazione di tutte le domande 2017, da inizio maggio a fine giugno . Significa che tutti coloro che maturano il requisito per l’APe nel corso dell’anno devono presentare domanda entro il 30 giugno. Poi, nel 2018, le domande andrebbero presentate (sempre in base al testo di decreto applicativo in preparazione) entro il mese di marzo. Questo punto è oggetto di trattativa con i sindacati, che chiedono almeno un’altra finestra di domande. Lo scenario che si prospetta è infatti un po’ caotico: che il primo maggio, in massa, i potenziali beneficiari presenteranno domanda, ma non è chiaro quale sarà la decorrenza del trattamento: dal primo maggio (per gli aventi già diritto) o dall’accoglimento della domanda?

Platea APe Social

I sindacati chiedono paletti meno rigidi per il riconoscimento del trattamento ai lavoratori che svolgono mansioni gravose, ai quali è richiesto lo svolgimento in via continuativa da almeno sei anni. Così spiega Maurizio Petriccioli, Cisl, dopo l’incontro governo-sindacati del 20 marzo:

«Il tavolo ha definito le procedure per l’accesso all’APe agevolata e all’APe volontaria, ma il Governo – con i decreti attuativi – deve sciogliere le riserve su una serie di questioni da noi poste sui benefici per i lavori precoci e sui requisiti di accesso all’AP agevolata per i lavoratori che svolgono attività gravose. Auspichiamo che queste risposte arrivino tempestivamente e prima dell’avvio del confronto sulla fase due» che si aprirà il 23 marzo».

=> Riforma pensioni: APe social più flessibile

Le perplessità della Cgil, espresse da Roberto Ghiselli, riguardano:

«la fissazione di una data rigida entro cui presentare le domande, il criterio dei sei anni di lavoro continuativo nelle attività gravose, che rischia di escludere interi settori come l’edilizia, l’impossibilità, per i lavoratori disoccupati per scadenza del contratto a termine, di rientrare fra i lavoratori precoci o nell’APe Sociale».

Regole APe e pensione precoci

APe volontaria: è il trattamento di anticipo pensionistico che viene riconosciuto a chi ha almeno 63 anni di età, 20 anni di contributi, tre anni e sette mesi al massimo al raggiungimento della pensione di vecchiaia, un assegno maturato pari ad almeno 1,4 volte il minimo. Secondo i decreti attuativi, la domanda si potrà presentare dal primo maggio al 30 giugno. I sindacati chiedono che vengano previste altre finestre di presentazione istanze nel corso dell’anno. Ricordiamo che l’APe è previsto in via sperimentale per il 2017 (dal primo maggio) e per il 2018. Nel 2018, in base alla proposta del Governo, domande entro marzo. Il trattamento rappresenta un anticipo sulla pensione, finanziato dal sistema bancario. Quando il beneficiario matura il diritto a pensione, paga per vent’anni le rate di restituzione con le relative decurtazioni dell’assegno previdenziale.

APe social: è il trattamento che viene riconosciuto in presenza di determinati requisiti, e contrariamente all’APe volontaria è a carico dello stato, quindi non bisogna poi restituire le rate. L’APe social, lo ricordiamo, è riconosciuto a coloro che hanno almeno 63 anni e si trovano in una delle seguenti situazioni: disoccupati senza sussidio da almeno tre mesi, assistono da almeno sei mesi coniuge o un parente di primo grado con handicap grave, invalidi civili almeno al 74%, lavoratori dipendenti che svolgono da sei anni in via continuativa mansioni gravose (precisamente indicate nella legge). In quest’ultimo caso, ci vogliono 36 anni di contributi, negli altri casi il requisito contributivo è pari a 30 anni. Qui, la prima avvertenza è rappresentata dal fatto che il trattamento è riconosciuto fino a raggiungimento del tetto finanziato, che per il 2017 è pari a 300 milioni, che salgono a 609 milioni per il 2018. la legge prevede che, nel momento in cui le domande superano le risorse, vengano differite (all’anno seguente), in base alla data di maturazione del requisito e, in caso di parità, alla data di presentazione della domanda. Sull’APe social ci sono una serie di richieste sul tavolo, che riguardano in particolare i disoccupati e gli addetti a lavori gravosi. Nel primo caso, i sindacati chiedono l’ammissione anche di coloro che restano senza lavoro per scadenza senza rinnovo del contratto a termine (fattispecie oggi non prevista). per quanto riguarda i lavori gravosi, si discute di un allentamento del requisito dei sei anni in via continuativa.

Lavoratori precoci: sono così definiti i lavoratori che avevano già almeno un anno di contribuzione accreditata al compimento dei 19 anni di età. La Riforma prevede un pensionamento anticipato con 41 anni di contributi per chi rientra in determinate categorie (sono le stesse previste per l’APe social). In questo caso, la misura non è sperimentale fino al 2018, ma strutturale. Dal 2019, scattano i nuovi adeguamenti alle aspettative di vita.