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Pensione: come funziona il pro rata

di Noemi Ricci

Pubblicato 12 Ottobre 2017
Aggiornato 17:36

In cosa consiste il meccanismo del pro rata, quali garanzie offre sulle pensioni future in relazione al calcolo con sistema retributivo o contributivo e in cosa differisce con quello applicato nel cumulo gratuito.

La Riforma delle Pensioni Fornero del 2011 (Legge 214/2011) ha introdotto una notevole novità in tema di calcolo dell’assegno pensionistico, il calcolo contributivo: il sistema in pratica restituisce a chi va in pensione i contributi capitalizzati e versati nel corso della vita lavorativa, diversamente dal precedente sistema retributivo che si basava principalmente su quanto percepito negli ultimi anni di lavoro.

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La precedente normativa prevedeva la totale applicazione del sistema retributivo a coloro che avessero maturato almeno 18 anni di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995 (nel 1995 è stato introdotto il calcolo delle pensioni su base contributiva). La Riforma Pensioni Fornero ha invece previsto che si applicasse per tutti il sistema contributivo “pro rata”, ovvero:

  • il sistema retributivo per il numero di anni di contribuzione maturata alla data del 31 dicembre 2011;
  • il sistema contributivo per gli anni a partire dal 2012 all’anno di pensionamento.

Fondamentalmente, dunque, il meccanismo del pro rata ha lo scopo di garantire al lavoratore il diritto alla salvaguardia di quanto acquisito prima dell’entrata in vigore della nuova Riforma delle Pensioni.

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L’introduzione del sistema contributivo è stata prevista per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale prevedendo un sistema più “equo” basato su un calcolo che tenesse conto esclusivamente della retribuzione e della contribuzione effettivamente versata ogni anno di lavoro. Spesso però questo va a discapito dei lavoratori, soprattutto quelli con carriere lavorative discontinue, non poco frequenti al giorno d’oggi. Questo perché il sistema retributivo, determinando la pensione sulla base di quanto percepito negli ultimi anni, in caso di progressione della carriera vicino all’età pensionabile, consentiva di colmare eventuali “buchi” passati.

Il pro rata garantisce comunque ai lavoratori il mantenimento degli importi calcolati con il sistema in vigore fino al momento della Riforma delle Pensioni successiva, senza effetti (e tagli) retroattivi. Negli anni alcune Riforme approvate dalle Casse Private non hanno invece garantito il pro rata e, per questo motivo, tali interventi sono stati spesso ritenuti illegittimi dalla Corte di Cassazione.

Cumulo contributi

Lo strumento del cumulo gratuito dei contributi, esteso dalla Riforma delle Pensioni 2017 ai versamenti nelle diverse gestioni (casse comprese), anche per il raggiungimento della pensione anticipata oltre a quella di vecchiaia, prevede un metodo di calcolo ugualmente pro rata, dove il criterio non è temporale e la variabile non è il sistema retributivo o contributivo: si applicano le regole delle diverse gestioni previdenziali alla porzione di contributi maturati presso di queste.