Imprese di giovani in calo nel 2013

di Carlo Lavalle

Pubblicato 19 Marzo 2013
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

Il 2013 inizia con un calo dell’imprenditoria giovanile. Sono infatti 22.373 le aziende condotte da giovani sotto i 35 anni che mancano all’appello rispetto allo scorso anno (-3%), secondo un’indagine di Coldiretti effettuata in base ai dati Unioncamere al 31 dicembre 2012.

La quota di imprese giovanili sul totale scende all'11,4%, considerando l'insieme dei diversi settori economici. Per Coldiretti ciò “evidenzia un progressivo invecchiamento del tessuto imprenditoriale che non è di buon auspicio in un momento di grave crisi economica”.

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Complessivamente il numero delle imprese giovanili operanti in Italia è pari a 675.053 unità . La maggioranza è attiva nel commercio, nei servizi di alloggio e ristorazione (circa il 35%), nel manifatturiero e nelle costruzioni (25%) e nell'agricoltura (8%).

Uno dei maggiori ostacoli all’ingresso dei giovani nel mondo dell’imprenditoria è l’accesso al credito, in grado di tagliare le gambe anche ai più volonterosi. Per Vittorio Sangiorgio, presidente di Coldiretti Giovani Impresa “le imprese agricole gestite da under 30 hanno oggi la metà  delle possibilità  di ottenere finanziamenti rispetto alle aziende adulte”.

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La tendenza in atto preoccupa Coldiretti che teme una stasi del processo di ricambio generazionale all’interno delle aziende ed il venir meno del dinamismo proprio dell’immissione dei giovani nell’attività  produttiva grazie alla loro capacità  di innovazione e creatività , qualità  essenziali per fronteggiare la crisi.

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Secondo la ricerca di Coldiretti/Swg la presenza di personale giovanile porta una spinta determinante in situazioni di difficoltà  e ha conseguenze decisive su livelli di reddito e occupazione. I giovani hanno contribuito a cambiare profondamente il settore agricolo ed il sistema economico e sociale del Paese con idee imprenditoriali innovative che hanno ottenuto successo e sono state apprezzate dai consumatori: dall'apertura degli agriasilo alla produzione di birra artigianale a chilometri zero, dalla pet therapy nelle aziende agricole alle cure di benessere esclusivamente con prodotti dell’agricoltura.