Governo, imprese e lavoratori uniti contro la crisi

di Nicola Santangelo

Pubblicato 25 Novembre 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

Il Governo Berlusconi è crollato in modo quasi ironico, con i media nazionali e internazionali che ne trasmettevano gli ultimi imbarazzanti istanti di vita, i festeggiamenti di tanti italiani sotto alle finestre del Quirinale, spread sempre più alti e indici di Borsa a picco.
E' così che doveva andare, forse per l’inviolabile principio che in economia c’è un inizio ed una fine per ogni cosa. Le borse per il momento non hanno beneficiato dell’effetto Monti ma occorre aspettare le prime riforme.

Certamente bisogna fare in fretta e soprattutto bisogna essere uniti: non lacrime e sangue ma sacrifici, cui siamo tutti chiamati: governo, imprese e lavoratori dipendenti.

Per prima cosa il governo Monti dia un taglio agli insostenibili costi della politica quindi adotti comportamenti volti a contenere al massimo la spesa pubblica, promuova la crescita con le riforme strutturali e abbatta il debito pubblico.

Attenzione, qui non stiamo parlando di tagliare investimenti o parte dei servizi rivolti ai cittadini ma piuttosto individuare e sterilizzare le spese della casta.
Quindi, si provveda a rendere il Bilancio dello Stato accessibile e comprensibile a tutti: è importante che qualunque cittadino, di ogni ceto sociale e livello culturale, possa comprendere in qualunque momento qual è la situazione economica e finanziaria dello Stato.

Le imprese, ora più che mai, devono dare il massimo investendo in formazione, in ricerca e sviluppo e aprendosi ai capitali stranieri. Siglare contratti di rete, associarsi con altre aziende per perseguire un obiettivo unico, fare partecipare i lavoratori dipendenti agli utili d'esercizio e soprattutto mettersi in gioco.

Anche i lavoratori dipendenti hanno un importante ruolo in questo contesto ed è quello di contribuire alla produttività  dell'impresa per cui lavorano. E' necessario che maturino un senso di appartenenza all'azienda e di responsabilità  per i risultati conseguiti (anche quando l’azienda non sembra meritarlo) poiché successi e fallimenti sono sicuramente imputabili alle politiche d'impresa ma anche i lavoratori dipendenti, in un certo senso, ne sono responsabili.