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Fare impresa in tempi duri con la giusta formazione

di Edoardo Musicò

Pubblicato 4 Luglio 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:40

Fare impresa è una doppia sfida, visto che la crisi internazionale non risparmia i colpi di coda. Le analisi di mercato e il business plan sono essenziali per creare il trampolino di lancio, ma il succo del discorso è sempre lo stesso: conta il valore dell’individuo e il salto nel vuoto lo deve fare lui, anche quando i tempi sono duri.
Non solo è importante che l’aspirante imprenditore abbia il profilo adatto, ma deve anche centrare il settore di mercato giusto e sopportare carichi di lavoro impressionanti. Non tutti, tra l’altro, riescono ad adattarsi ad orari diametralmente opposti a quelli del settore pubblico.

E tra lotta alla burocrazia, problemi organizzativi, scelta dei fornitori, flessibilità  professionale e fidelizzazione della clientela, la battaglia di una piccola impresa alle prime armi è continua e non sono pochi coloro che abbassano definitivamente la saracinesca nei prime mesi di attività .

Le statistiche di aprile 2011 rilasciate dall’ISTAT evidenziano una dinamica in lenta crescita delle vendite nel commercio fisso e al dettaglio, che offre un’opportunità  da cogliere.

Eppure, come ha ricordato di recente il CENSIS, in Italia molti giovani – a differenza dei loro coetanei europei – sono poco ansiosi di mettersi in proprio, hanno scarsa fiducia nell'offerta formativa scolastica, vivono concentrati sui problemi del presente e non si sentono motivati a progettare il proprio futuro.

Mentre nei paesi dell’Est Europa, dopo decenni di economie pianificate, nascono i primi giovani imprenditori – che hanno solo ora scoperto il fascino dell’economia di mercato e sognano un lavoro autonomo – in Italia si subiscono gli effetti della stagnazione del mercato, finendo così per rischiare di soccombere sotto la crescente concorrenza dei Paesi emergenti, con la potenziale conseguenza di “farsi soffiare sotto il naso” quote importanti di mercato.

Per questo, chi si occupa di formazione aziendale, propone un percorso basato su orientamento, indagini di marketing e tutoraggio, per aiutare i giovani a farsi le ossa nella gestione d’impresa a livello competitivo. Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, opera ad esempio in ambito orientamento, formazione, ricerca e assistenza allo sviluppo imprenditoriale, con particolare focus su piccole imprese e startup.

Renato Borghi, presidente di Formaper, ha tracciato quello che, sulla base della sua esperienza, dovrebbe essere il miglior profilo dei nuovi imprenditori: entusiasmo, sviluppo delle proprie attitudini, scelta del settore più adatto alle proprie competenze, ricordando però che la propensione al rischio e un bel po’ di stakanovismo sono indispensabili per fare la differenza.