Aziende, aumentano in Italia gli imprenditori ultrasettantenni

di Noemi Ricci

Pubblicato 4 Dicembre 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:41

Quasi sempre, parlando di fare impresa, si rivolge l’attenzione alle opportunità  esistenti per i giovani, come ovvi rappresentanti del futuro del Paese. Eppure, secondo le ultime rilevazioni della Camera di Commercio di Milano, il numero di “nonni imprenditori” è in aumento.

Gli imprenditori ultrasettantenni infatti, negli ultimi cinque anni sono cresciuti del 4% con quasi 300mila imprese guidate da donne e uomini con più di 70 anni. In particolare le “nonne imprenditrici” rappresentano il 26,3% del totale ovvero 79mila imprenditrici.

Crescono soprattutto nel settore delle costruzioni (+47,7% in cinque anni), in quello dell'intermediazione finanziaria (+122,1%) e nell'istruzione (+42,3%), nonostante la maggiore penetrazione (quasi 70%) continui a registrarsi nel settore agricolo.

I romani sono gli imprenditori più longevi, con 11.080 mila ditte individuali con a capo un titolare più che settantenne, di cui il 30% (oltre 3 mila) donne, a seguire (9.743) e Napoli (8.983). Mentre a livello regionale la Sicilia detiene il primato con oltre 35 mila nonni e nonne imprenditrici, il Lazio è invece settimo con 20 mila aziende “mature”, preceduta da Emilia Romagna, Puglia, Veneto, Campania e Lombardia.

Molti sono imprenditori che fanno questo mestiere da una vita e che, all’età  di 70 anni non possono permettersi di smettere, in molti casi perché i figli non proseguono l’attività  del padre, soprattutto se di carattere artigianale. Ma spesso si tratta di piccoli imprenditori, innamorati del proprio mestiere e che ancora non si sono stancati di farlo, diventando un vero e proprio punto di riferimento per i giovani che si approcciano all’attività  imprenditoriale e che hanno tutto da imparare dalla loro dedizione e della loro esperienza.

Un ultimo importante aspetto da considerare, leggendo questi dati, è che spesso i titolari ultrasettantenni sono solo una facciata e funzionano da prestanome per coprire eventuali guai giudiziari o addirittura attività  non trasparenti.