Fotovoltaico, come investire con profitto

di Noemi Ricci

Pubblicato 16 Aprile 2014
Aggiornato 23 Aprile 2014 09:45

L'analisi del Solar Energy Report 2014 su quali siano gli investimenti nel fotovoltaico ancora remunerativi.

Dopo i recenti tagli operati dagli ultimi Governi agli incentivi alle rinnovabili (Conto Energia), una delle domande più frequenti è se investire nel fotovoltaico conviene ancora oppure no. Secondo Solar Energy Report 2014 dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, analizzando la situazione italiana nel complesso conviene ancora investire nel solare, ma rispettando determinate condizioni.

Piccoli impianti

I piccoli impianti di taglia compresa tra gli 1 e i 20 kW, tipicamente installati sui tetti degli edifici privati, sono quelli che ancora in qualche modo beneficiano del sostegno dello Stato. Ad esempio per questa tipologia di impianti fotovoltaici è possibile fruire della detrazione fiscale del 50% concessa in caso di ristrutturazioni edilizie, perlomeno fino al 31 dicembre 2014 dopo di che il bonus scenderà al 36%.

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Da sottolineare però che tale detrazione IRPEF spetta solo per impianti residenziali, mentre non è prevista per le imprese. Ad incentivare l’investimento negli impianti fotovoltaici di piccola taglia c’è poi il sostanziale calo dei costi (circa 2.200 euro per kW), pari al -12% tra il 2012 ed il 2013, secondo le stime del Politecnico di Milano. Per i piccoli impianti è possibile inoltre beneficiare dello scambio sul posto, il meccanismo di compensazione che remunera l’energia elettrica prodotta dal fotovoltaico ma non direttamente autoconsumata. Questo tipo di investimenti è caratterizzato da un Irr (Internal rate of return, tasso interno di rendimento) pari al 6,97% annuo nel Sud Italia e del 4,3% nel Nord. Questo significa che al Sud ci vogliono circa 7 anni per rientrare dall’investimento, mentre al Nord ne occorrono circa nove. Ovviamente i tempi sono destinati ad allungarsi di un paio di anni a partire dal 1° gennaio 2015, quando la detrazione fiscale scenderà al 36%.

=> Fotovoltaico: nuove regole per lo scambio sul posto

Tecnologie di storage

Decisamente meno remunerative le tecnologie di storage, ovvero i sistemi di accumulo che immagazzinano l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici nelle ore diurne per riutilizzarla nelle ore notturne, tanto che lo studio ne sconsiglia l’investimento.

Fotovoltaico sui capannoni

Diversa la situazione delle imprese interessate a rivestire di pannelli solari le superfici dei propri capannoni industriali (impianti fino a 200 kW), visto che non possono fruire della detrazione fiscale del 50%. Le imprese possono sicuramente contare su un consumo di energia ben superiore a quello casalingo, fattore che potrebbe comportare un risparmio più ampio in bolletta puntando ad esempio sull’autoconsumo di energia fotovoltaica per tagliare i costi della bolletta elettrica tradizionale.

In più questa tipologia di sistemi può beneficiare del contributo dello scambio sul posto. Prendendo in considerazione l’Irr per un’installazione da 200 kW questa risulta pari all’8,29% nel Sud Italia con un tempo di ritorno dall’investimento di circa otto anni, mentre al Nord l’indice scende al 5,36% con un tempo per rientrare dell’investimento di undici anni.