Sacchetti bio: niente sanzioni Ue per l’Italia, imprese deluse

di Tullio Matteo Fanti

21 Marzo 2011 09:00

Sacchetti bio: non si è conclusa ancora la battaglia legale intrapresa dopo la messa al bando dei sacchetti di plastica non biodegradabili dal primo gennaio 2011, da parte del Ministero dell’Ambiente italiano. Le aziende trasformatrici di materie plastiche lamentano la mancanza di parametri certi e univoci per la definizione di “bio o non bio”, con conseguenti danni economici e speculazioni di mercato per tutti gli operatori di questa particolare filiera.
Il ricorso presso il Parlamento Europeo non è stato fattivo: dalla Commissione UE non arriveranno né sanzioni né blocchi in merito all’iniziativa.

Nonostante il plauso delle associazioni ambientaliste, Legambiente in primis, le modalità  con cui si è scelto di eliminare le buste di polipropilene dai negozi aveva scatenato non poche proteste da parte delle industrie che con la plastica ci vivono, a partire da European Plastics Converters e UnionPlast.
La nuova legge, dal loro punto di vista, è in contrasto con la direttiva europea sugli imballaggi.

Il via libera è arrivato però dal Consiglio UE, riunitosi per valutare eventuali procedure d’infrazione contro l’Italia. La conferma ufficiale del disco verde arriva dal Ministro Stefania Prestigiacomo: «poiché l'Italia si è impegnata a notificare il provvedimento, la Commissione europea non aprirà  una procedura di infrazione nei nostri confronti. Quindi non ci sarà  la sospensiva della misura».

La Commissione passa così da una potenziale “bacchettata” ad un plauso per l’Italia. «E’ chiaro che le attuali tendenze nell'industria degli imballaggi di plastica non sono sostenibili: la produzione e l'utilizzo dei sacchetti monouso sono esplosi e gli effetti sono fin troppo evidenti nel nostro ambiente e, in particolare, nei nostri mari. Daremo avvio a un'ampia riflessione che prenda in esame tutte le opzioni, inclusa la possibilità  di un bando a livello europeo di questo tipo di sacchetti di plastica».

Al di là  degli innegabili vantaggi per l’ambiente (basti pensare all’isola di plastica da 500 tonnellate che galleggia nel Mediterraneo), non mancano dunque le critiche, anche da parte di esercenti e clienti dei supermercati, nei confronti delle sacchetti bio venduti a prezzo maggiorato. In questo caso, lo Stato viene accusato di non aver previsto i necessari incentivi, che avrebbero diminuito i costi anche per gli stessi commercianti.